Le pensioni minime entrano ufficialmente nel menu della prossima manovra. «Le pensioni minime è una delle nostre priorità», ha assicurato la presidente del consiglio Giorgia Meloni, ospite di “4 di Sera”, su Rete4. Quello della difesa dei trattamenti minimi è un tema caro all’alleato al governo, Forza Italia. Meloni ha ricordato che in due anni il governo ha lavorato «per una rivalutazione piena di tutte le pensioni che arrivavano fino a 2.270 euro, garantendo che fossero adeguate pienamente al costo della vita» e ha anche garantito «una rivalutazione al 120% per le pensioni minime, che sono cresciute in modo significativo».. La stesura del menù della legge di Bilancio si sta concentrando, oltre che sull’alleggerimento delle tasse, anche sulle misure a sostegno di chi assume e crea lavoro. Difficile, dunque, che si rinunci a confermare la maxi-deduzione per le imprese che assumono, in scadenza a fine anno. Mentre si starebbe lavorando a rimodulare i fringe benefit, con l’ipotesi di un tetto unico per tutti a 1.500-2mila euro.
Intanto, sul piano politico, aumenta il pressing delle forze di opposizione sull’esecutivo sul caso Sangiuliano: le interrogazioni parlamentari da un lato e dall’altro i timori sulle possibili ripercussioni sull’organizzazione del G7 della Cultura che si svolgerà dal 19 al 21 settembre, tra Napoli e Pompei. Si infittisce il mistero sul caso della “consulente” mancata del ministro della Cultura Maria Rosaria Boccia, ma Meloni ha difeso Sangiuliano e assicurato che la vicenda non comporterà alcuna conseguenza sulla sicurezza dell’evento. Il titolare del dicastero, ha ricostruito la premier, «mi garantisce che questa persona non ha avuto accesso a nessun documento riservato, particolarmente per quello che riguarda il G7 e soprattutto mi garantisce che neanche un euro degli italiani e dei soldi pubblici è stato speso per questa persona». Soprattutto, «queste sono le cose che a me interessano per i profili di governo, poi il gossip lo lascio ad altri perché non ritengo di doverlo commentare io».
«Il G7 cultura è ancora sicuro?», ha attaccato il Pd. Anche il M5s ha chiesto come possa essere possibile che la “non consigliera” di Sangiuliano «ricevesse mail con informazioni sensibili da funzionari del ministero della Cultura, per giunta su un account non protetto». «Siamo davanti a una situazione molto grave che dimostra gravi falle organizzative su cui chiediamo chiarezza e che vengano fatti tutti gli accertamenti del caso anche da parte della Farnesina e del ministero degli Interni», ha affermato la capogruppo democratica in commissione Cultura della Camera, Irene Manzi che non ha escluso neppure l’ipotesi di un possibile «danno erariale per l’amministrazione». E il senatore di Italia Viva Ivan Scalfarotto ha chiesto addirittura un parere dell’autorità per la cybersecurity. Chi non ha smesso di lanciare messaggi è invece la stessa Maria Rosaria Boccia che ha continuato a pubblicare post ed immagini sui social: dopo aver puntato l’indice sullo staff di comunicazione del ministero, ha allungato sospetti sulle possibili “talpe” che avrebbero diffuso la mail incriminata. Boccia ha replicato direttamente alla premier sul fatto che sarebbe stata rassicurata sull’assenza di Boccia a riunioni delicate sul G7 della Cultura, con la pubblicazione di due documenti relativi all’evento. Si tratterebbe di due pagine, di cui si legge solo l’intestazione, relative alla parte “Culture: global public good, global responsibility” e alle “sessioni di lavoro (4 sessioni da un’ora ciascuna”). E poi ha criticato la presidente del Consiglio che aveva fatto solo un riferimento generico nei suoi confronti: «Questa persona ha un nome un cognome e un titolo», ha scritto Boccia.
«Ritengo importante sottolineare che mai un euro del ministero, neanche per un caffè, è stato impiegato per viaggi e soggiorni della dottoressa Boccia». Così Sangiuliano nella lettera pubblicata da La Stampa a proposito della polemica sulla presunta nomina a consulente di Maria Rosaria Boccia. «Il G7 Cultura si terrà a Napoli, a Palazzo Reale - continua il ministro -. In una prima fase si era effettivamente pensato di tenere l’evento internazionale nell’incantevole Positano, ma già nei primi mesi dell’anno, come dimostrano i carteggi del ministero, anteriormente alla mia conoscenza con la dottoressa Boccia, si è deciso di spostarlo a Napoli per ragioni logistico - organizzative e di contenimento della spesa. Pompei è stata coinvolta, sin dall’inizio, soltanto per l’organizzazione di un evento culturale: un concerto di musica classica con annessa visita agli scavi».
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