martedì 4 ottobre 2022

I Big della musica cosiddetta leggera, non fanno regali, piuttosto battono cassa. Talvolta lo fanno anche quelli dell'altra parrocchia, la 'classica', benchè non agli stessi livelli

Si è letto spesso negli ultimi mesi, alla vigilia di concerti singoli o tournée di cantanti e cantautori del mondo della cosiddetta musica leggera, ospitati solitamente in  vastissimi spazi all'aperto o sulle spiagge (come nel caso di Jovanotti)  che intendevano, dopo un certo periodo di silenzio, soprattutto a causa delle ragioni ben note,  (pochissimi i casi per mancanza di ispirazione) fare un regalo ai loro numerosissimi fans. Regalo, a loro dire, oltremodo gradito.  Mentre il regalo erano i fans a farlo ai loro beniamini.

 Abbiamo letto di Baglioni che non contento della tournée invernale, in luoghi raccolti, ha occupato per ben 12 serate la platea di Caracalla nata per ospitarvi altro genere. E dei mega concerti ospitati al Circo Massimo ( l'altro ieri passando nelle vicinanze abbiamo notato come sia occupato da strutture semistabili che testimonierebbero come quel monumento antico, sia diventato ormai platea di tanti concerti  destinati a masse oceaniche, al di sopra dei diecimila); l'ultimo di Renato Zero, non 12  come Baglioni, ma 4 o 5 serate, e poi  di Jovanotti sulle spiagge ecc.

 Fino ad oggi, quando La repubblica  ha raccontato di analoghi concerti del 'boss', Springsteen, negli Usa, e del costo, abbastanza alto, dei biglietti.

 In ogni caso il costo dei biglietti, anche quando erano previste folle oceaniche era esorbitante.  Che vuol dire incassi stratosferici, anche a fronte di spese non indifferenti.

 Ma nessuna beneficienza né regalo per i fans. I big della leggera battono cassa, ogni volta che ne hanno bisogno.

Qualcuno dirà che il fenomeno non è circoscritto alla 'leggera' e che , anche nel settore  della 'classica', in passato ci sono stati concerti che hanno procurato agli artisti lauti guadagni (si pensi ai tre tenori, quelli veri, non quelli che oggi  cantano fuori stile qualunque cosa, e   sono pure osannati!). 

Come anche di un grande direttore, forse uno dei più grandi, intendiamo Carlos Kleiber, sul quale gira una storiella. Si sa che egli non amava dirigere, e lo faceva lo stretto necessario: quando aveva bisogno di soldi. Si diceva che aveva nel cassetto della sua scrivania  infinte proposte che le istituzioni gli facevano, pagandole tutte a peso d'oro. A lui bastava  aprire quel cassetto, quando era con l'acqua alla gola -  tradotto: gli servivano soldi - prendere una qualunque di quelle proposte, accettarla e così rimettere in sesto le sue finanze. Vero. Si sa che per un concerto, quei rari che faceva, chiedeva cifre altissime che tutti erano disposti a dargli pur di averlo. Per una sua trasferta a Cagliari, molti anni fa, ai tempi della lira, gli venne offerto un compenso altissimo, forse scandaloso.

E'  perciò sbagliato pensare che gli artisti della musica,  compresi quelli della 'classica' appartengano ad una schiatta di gente disinteressata ai soldi.

 Si pensi solo all'ultimo caso. Anna Netrebko. Perchè alla fine ha fatto una mezza abiura di Putin e della sua guerra? Perchè si è resa conto che  correva il rischio di non poter più fare la bella vita che faceva. Certo cantando, mica rubando.

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