martedì 30 agosto 2022

Placido Domingo - si licet magna componere parvis - e Beatrice Venezi in una cosa si somigliano: non sanno dirigere. Le polemiche di questi giorni

Ci risiamo.  Solo adesso, quando il grande ex tenore, ora baritono, è giunto alla bella età di ottant'anni, qualcuno scopre che dirigere non è il suo mestiere, benchè  lo abbia praticato, parallelamente al canto , nel quale è stato uno dei  grandi campioni.

 E' accaduto qualche giorno fa all'Arena di Verona dove la Gasdia lo ha invitato non solo come cantante, ma anche come direttore di Turandot. Quando, stando alle cronache giornalistiche, pare non sia stato in grado di dare ciò che la circostanza richiedeva, e l'orchestra per questo lo ha contestato  già durante le prove e poi,  al momento degli applausi finali, ad opera terminata, non alzandosi al suo cenno.

Un cantante per quanto bravissimo non può fare ciò che nella musica strumentale molti bravi solisti fanno spesso e cioè che, contemporaneamente, suonano e dirigono l'orchestra. Lo fanno in tanti, tutti bravissimi ovvio, perfino i pianisti. Ma il cantante no, anche perchè non può stare contemporaneamente in buca e sul palcoscenico. Il cantante, ammesso che ne sia capace, deve fare o l'una o l'altra cosa. E perciò, lo fa, quando capita,  ma a sere alterne.

 Se però  non è capace di fare ambedue le cose non è lui che deve rinunciare ad una delle due, non lo farà mai 'sua sponte', spetta a chi lo invita farglielo capire. 

 La colpa dunque sarebbe della Gasdia che glielo ha concesso, anche se contro tale scelta i malumori vi sono stati soltanto al momento delle prove e durante la recita, non prima. 

Se non andiamo errati, non è certo la prima volta che Domingo dirige in Arena; potrebbe aver diretto in passato un recital, dove potrebbe essersela cavata: il recital è cosa assai diversa e meno impegnativa di un'opera intera.

 Fin qui il discorso è musicale, anzi tecnico. Ci viene però il sospetto che la rivolta degli orchestrali  abbia anche una origine di carattere politico. La Gasdia è stata nominata da un governo di destra (Fratelli d'Italia; lei si è pure candidata); ma ora al Comune siede un sindaco di sinistra e dunque tutto quello che lei  fa, e prima che vada via, è sbagliato. Si aggiunga la recente polemica, anzi accusa, seconda nel tempo, rivolta a Domingo per comportanti nei riguardi delle donne, non proprio corretti, e il quadro è completo. E il 'gregge' di orchestrali, molto sensibile a quel che accade anche fuori dell'orchestra, ha cominciato a 'belare' - ci si perdoni il paragone pecorino. 

 Lo stesso discorso si può fare sulla Venezi che, lo ripetiamo per l'ennesima volta, non sa dirigere, mentre nel caso di Domingo, lui il  il mestiere del cantante lo sa fare eccome!

 Anche Lei,  in questi giorni è salita ancora agli onori delle cronache, ma non per imprese professionali, quanto per alcune polemiche relative alle sue convinzioni politiche  pubblicamente manifestate, per le quali  una parlamentare ha osato dire che una vita improntata ai principi sbandierati  della Venezi: 'dio, patria famiglia', sarebbe una noia.

 La cosiddetta 'direttrice' ha risposto che Lei che si ispira a quei principi che la famiglia le ha insegnato,  e non avrebbe voluto essere figlia di quella parlamentare, di cui figlia non è, mentre è figlia di un padre che negli anni è stato anche dirigente nazionale di Forza Nuova, un movimento neofascista,  che Lei si guarda bene dal condannare, perchè, assieme a quei principi, fa parte della sua fede.

 Anche qui la professione esercitata (in periferia, con orchestrine  e con scarsi risultati) dalla Venezi non conta, e di Lei non si parlerebbe mai per ragioni professionali, se non fosse venuto in mente  a qualcuno  di invitarla a Sanremo - un circo canoro! ; se non avesse sbraitato contro le donne che dirigono in 'abiti maschili' che soffocano la loro femminilità, che però non va sottolineata anche con il nome con cui va dicendo ogni giorno di voler essere chiamata: direttore, non direttrice. Ed ancora, se non  avesse diretto ad una convention di Fratelli d'Italia, se non avesse lodato la Meloni - buon sangue, cara Venezi, non mente - se non le avessero, i Fratelli d'Italia, proposto di candidarsi al Parlamento, e non fosse stata nominata direttrice di Taormina Arte in una regione di  forte sapore 'meloniano', e non apparisse spesso in tv in pubblicità di prodotti per capelli -  e per questo già soprannominata 'bellicapelli'.  Così il cerchio è completo e si chiude: si parla di Lei molto spesso ma per tutt'altre ragioni da quelle per le quali si iniziò a farlo, e cioè quando la si vide le prime volte dirigere, Lei donna e giovane;  non prevedendo, a seguito  delle prove professionali,  motivate soprattutto da ragioni non professionali, che Lei faccia o no il 'direttore', è l'unica ragione per cui  di Lei non serve parlarne. 

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