Albino Ruberti, figlio di Antonio, ex ministro e rettore della Sapienza, ha cominciato - chissà perché, chissà come - la sua carriera nel mondo della cultura ed in quello pubblico-privato parallelo ad esso, che aveva trent'anni.
E passato dalle stanze di Civita ( retta da personaggi come Maccanico, Letta, Gianni) e di Zetema - due galline dalle uova d'oro - dove ha avuto responsabilità di gestione e direzione per molti anni; poi, dopo tale esperienza nel mondo della cultura - quella che frutta!- come supporto a istituzioni museali italiane importantissime (inclusi gli Uffizi), è passato a guidare la segreteria di Zingaretti prima e di Gualtieri poi. Insomma un uomo dell'establishment di sinistra, formato ( ed anche foraggiato!) a dovere.
Adesso, però, è accaduto che un video fatto girare dal quotidiano Il Foglio lo mostri non nelle vesti del manager culturale che avrebbe dovuto essere ( in verità era incappato in altri incidenti del tipo ' lei non sa chi sono io' lui ed anche i suoi figli: buon sangue non mente) ma in quelle di un ras che amministra il potere come un capo clan della più aberrante famiglia mafiosa.
Ha tentato di produrre giustificazioni a sua discolpa - discutevamo, ha detto senza che nessuno gli abbia creduto, animatamente sull'eterna lotta Roma - Lazio - che hanno prodotto l'effetto opposto, fino ad indurlo alle dimissioni, salutate come 'dovute' dal suo attuale datore di lavoro (Gualtieri) e dal segretario del partito che in tutti questi anni gli ha dato da mangiare a fatto fare anche carriera.
Possibile che nessuno si sia mai accorto del Ruberti ras?
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