Di Giuliano POLO, nuovo sovrintendente dell'Arena di Verona, che dovrebbe guidare la fondazione musicale 'a mezzi' con il commissario Carlo Fuortes, suo sponsor con Franceschini, sembrano tutti contenti, anzi lo sono. Si dichiarano tutti soddisfatti e spiegano: si vede che Renzi ha a cuore le sorti dell'Arena di Verona. L'unico che non si è fatto ancora sentire è Tosi, il sindaco che esce sconfitto da tutta la storia della Fondazione che presiedeva e dalla quale, momentaneamente, è stato estromesso, una volta sventate le sue manovre per rimettere in sella Girondini o per svendere la parte redditizia dell'Arena ( la stagione estiva, e lo spazio architettonico) a un paio di industriali veronesi.
Diciamo momentaneamente solo perchè fra non molti mesi, in primavera, a Verona ci saranno le votazioni e Tosi si ripresenterà - come si dice - oppure al suo posto candiderà la sua compagna, parlamentare leghista, aderente al movimento di Tosi. E allora le cose potrebbero nuovamente cambiare.
Allora, una volta avviata sulla strada del risanamento dei conti, la Fondazione veronese potrebbe disgraziatamente tornare sotto l'influenza di Tosi , andandosi di nuovo a cercare guai. Ma forse, anche dopo le votazioni comunali, qualora dovesse restare al potere Tosi o la sua compagna, che è la stessa cosa, Franceschini potrebbe allungare il tempo del commissariamento e lasciarvi lì come sovrintendente 'a mezzi' con il commissario, e sotto la vigilanza di Tartarotti/Turandot, POLO.
E' così isolato Tosi, nella questione Arena, il cui sfracello è stato evitato solo all'ultimo minuto, ma che, in qualche maniera, lui ha consentito, chiudendo gli occhi sull'amministrazione del suo delfino Girondini, il famoso perito agrario, che anche la Lega -per la resa dei conti e la faida interna al partito prima di Bossi ed ora di Salvini - plaude apertamente all'arrivo del nuovo sovrintendente, fatto prelevare a Franceschini dall'Accademia di Santa Cecilia, per ordine di Fuortes. E plaudono naturalmente tutti gli altri partiti, PD compreso.
Lo stesso PD, che a Verona plaude, e che a Bologna tace sulle possibili tragiche sorti del Teatro Comunale presieduto da Nicola Sani, che si è visto decurtare il finanziamento statale ed è alla ricerca disperata di soldi. Il Comune, PD, fa orecchie da mercante, ed il Teatro bolognese rischia di fare una brutta fine. La stessa che stava per fare Verona, evitata solo all'ultimo minuto.
P.S. Sul sito dell'ANFOLS, nella sezione STAMPA, che riproduce articoli riguardanti le fondazioni liriche - una rassegna stampa fornita all'Associazione di categoria delle Fondazioni liriche direttamente dall'AGIS di Carlo Fontana - nell'articolo riguardante la nomina del nuovo sovrintendente veronese, il cognome dell'interessato, POLO, viene storpiato in POLLO. Si tratterà di una svista alla quale non costerà molto rimediare, quanto prima; per non dare l'impressione che l'ANFOLS ritenga il nuovo sovrintendente un volatile che, partitosi da Roma, sia andato volontariamente a farsi spennare a Verona.
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