A che servono le leggi speciali per finanziare solo due festival (musicale il primo, di 'varia umanità' , perfino multimediale il secondo), mentre la medesima cosa non si fa ( perché si dovrebbe ?) con parecchi altri di ugual peso ed ugualmente finanziati attraverso il FUS, al capitolo 'Festival e Rassegne'?
Stiamo pensando - mentre è approdata in Parlamento la legge speciale per il Festival Verdi e per il Romaeuropa - al Rossini Opera Festival di Pesaro, Ravenna Festival ( noto anche come Festival dei Muti, Cristina e Riccardo), Torre del Lago ( Puccini) e Donizetti (Bergamo), i cui finanziamenti attraverso l'apposito capitolo del FUS si sono ormai stabilizzati, salvo eventuali repentini e forti cambiamenti nella programmazione dell'uno o dell'altro?
Esistono già in tale ambito leggi speciali: ne è stata varata tanti anni fa una, specialissima, per la Biennale, e una ne ha anche Spoleto, per il festival che fu già di Giancarlo Menotti, fondatore e direttore geniale ed instancabile, finito ora, da anni, nelle mani di Giorgio Ferrara, ma quanto diverso dall'originale.
Una legge speciale riconosce ad un festival uno status particolare, in base al quale un paese si premura di metterlo al sicuro, salvo poi a farlo finire in mani sacrileghe, con la benedizione del potente di turno.
Tale status speciale non è stato mai riconosciuto, ad esempio, al Rossini Opera Festival, certamente finanziato a dovere, ma che per i meriti che ha avuto nella riscoperta, studio e diffusione dell'opera di Rossini, l'avrebbe meritato.
Che non l'abbia avuto il Festival Puccini di Torre del Lago, al contrario, è abbastanza comprensibile se si pensa in quali mani sia finito e come non si avvalga del lavoro degli studiosi pucciniani che con il festival sono in guerra. Si potrebbe anche aggiungere che se c'è un musicista le cui opere sono straconosciute, straamate e straeseguite e dunque affatto necessiti di un festival per raggiungere in maniera meno alta i medesimi risultati, si capisce come la scarsa considerazione di quel festival abbia ragioni e radici solide.
Alla stessa maniera si potrebbe ragionare per un Festival Verdi a Parma. Verdi, come Puccini, è fra gli autori d'opera più eseguito al mondo; per lui la Ricordi, d'accordo con uno stuolo di studiosi, ha licenziato via via le edizioni critiche, e dunque perchè un Festival Verdi? Già, perchè? Per fare un favore a Parma che comunque negli ultimi anni ha offerto edizioni non degne di nota, compresa quella appena conclusasi, nonostante i canti di vittoria e gli squilli di tromba.
Ritornando ai due festival, oggetto oggi della proposta di legge speciale, già passata in Senato ed ora all'esame del Parlamento, che assegna a ciascuno un finanziamento di 1 milione di Euro, per anno, a partire dal 2017, ci sembra di vedervi una appendice del cosiddetto decreto 'milleproroghe' di fine anno, quando zitto zitto quatto quatto, si fanno passare regalie e privilegi che poi difficilmente scadranno, anche quando non sarebbero più meritate.
Le leggi speciali - e le due che il Parlamento sicuramente approverà (giacchè presentate da un senatore PD e favore di Festival che in quel partito ha fiancheggiatori e protettori, Romaeuropa, anche meritati, e di una cittadina, Parma, il cui sindaco s'è clamorosamente staccato dal movimento che l'ha eletto e forse dimostra aperture verso il partito di Renzi) - somigliano tanto alle 'accise' che da secoli per ragioni varie, talune anche nobili, continuiamo a pagare senza sapere ormai più che fine facciano, perchè i beneficiari, nel tempo, non sono più quelli per i quali erano state accese.
Sarebbe stato molto più logico inserire a buon diritto tali festival fra quelli nei finanziati dal FUS ( dal quale sicuramente ottengono altri soldi) e la cosa finiva così. Invece no, nei tempi che viviamo, fra disastri di ogni genere, si trova anche il tempo di far passare alla chetichella leggi speciali.
Sbaglia naturalmente chi interpreta questa nostra posizione nel senso che i soldi per i due festival siano mal spesi. Certamente sono meglio spesi che se andassero a tanti altri sentori nei quali il furto e il malaffare regna sovrano.
Però, il senatore PD Marcucci (pare si chiami così) primo firmatario della proposta, dovrebbe spiegarci come mai ha fatto pressione perchè i due festival favoriti non fossero meglio finanziati dal FUS, ma attraverso legge speciale, e non ha avuto neppur un sussulto quando ha saputo - se l'ha saputo - che il dicastero del suo compagno Franceschini ha negato un finanziamento, anche minimo, al cosiddetto 'Sistema delle orchestre e cori giovanili ed infantili' in Italia, che ben altra attenzione avrebbe meritato. Chieda ragione, se gli interessa, al consigliere del premier Renzi, Nastasi che per molti anni ha di fatto comandato al ministero della Cultura.
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