Che figura di ... quella poveraccia della Raggi. Arriva all'Opera si fa le sue foto e poi, da un'uscita laterale, come una ladra - ladra di governabilità per la città di Roma - fila via. Questo lo abbiamo appreso solo oggi . Come abbiamo anche appreso che quell'altro grande statista di Franceschini, che nelle occasioni mondane ama esibire la sua mogliettina, ha disertato la prima all'Opera. Insomma, da quel che abbiamo letto oggi per la prima volt sui giornali, sappiamo che la politica se ne fotte della cultura, anche quando è accertato che faccia mangiare - lo ha dichiarato di recente lo stesso governatore della banca d'Italia, Visco, che non si vede quasi mia nelle occasioni importanti della cultura che ora difende. E, solo oggi, abbiamo letto del Tristano inaugurale, del quale ci hanno detto tutto sulla regia, mentre in poche righe è stata liquidata 'la bravura' aggettivata degli interpreti.
Sorvolando su Daniele Gatti della cui bravura ormai tutti sono convinti e lo dichiarano apertamente, forse oscurando per qualche tempo l'altra grande stella romana del podio, Pappano, che sembra brillare meno in questi ultimi quarti di luna.
Poi la notizia bomba, la vera notizia. A Daniel Gatti, alla fine delle recite di Tristano, verrà fatta una offerta concreta per un suo incarico stabile al teatro dell'Opera. FORSE
Sempre sui giornali di oggi: una intera pagina-intervista ( Repubblica, a firma Laura Putti) a Mario Martone regista d'opera a Parigi, chiamato da Lissner, per Cavalleria, già presentata alla Scala, e Sancta Susanna di Hindemith. Una pagina intera per spiegarci come lui vede queste opere specie la seconda, giacchè la prima l'abbiamo già vista a Milano, e per dirci che l' interprete dell'opera di Hindemith è Anna Caterina Antonacci, che dovrà anche apparire nuda, alla bella età di cinquant'anni, 'bella e sensuale', tranquillizza gli spettatori Martone, e per rassicurare anche noi che altrimenti, senza nudo, non avremmo mai e poi mai pogrammato un viaggio a Parigi.
Ora a noi potrebbe anche interessare ciò che pensa Martone dei due capolavori melodrammatici e ci interessa, tanto per parlare.Solo che i veri capolavori sono i due titoli, certamente non la sua regia, perché senza quei capolavori, Martone doveva inventarsi qualcos'altro per il teatro o per il cinema, dove ha facoltà di fare ciò che vuole, rischiando di suo.
Cavalleria e Sancta Susanna reggono perché sono dei capolavori, qualche volta nonostante la regia, di cui non hanno bisogno per emergere e farsi ancora ascoltare dopo anni ed anni di vita e succesi.
Ma se uno lo dice alla giornalista intervistatrice, quella giustamente potrebbe rispondere: ma io che scrivevo?
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