Domenica, di fronte ad una sala pimpante e plaudente - nonostante le quattro/cinque ore di permanenza in teatro - si è inaugurata la nuova stagione all'Opera di Roma, con Tristano di Wagner, diretto da Daniele Gatti e con la regia di Pierre Audi. Lo spettacolo s'era già visto a Parigi, la scorsa primavera, e a Roma c'era quasi immutato lo stesso cast di Parigi. Poi lo si vedrà anche ad Amsterdam, dove Daniele Gatti ha un incarico prestigiosissimo, perchè questo Tristano è una coproduzione di Parigi, Roma, Amsterdam.
Di esso, da quel che leggemmo già alla 'prima' parigina, e che ci restò impresso nella memoria, sappiamo che i due protagonisti non si toccano mai (da quel giorno giorno l'abbiamo letto infinite altre volte); che Tristano non è poema d'amore bensì tragedia di morte (anche questo l'abbiamo letto molte altre volte); che Gatti è oggi uno degli interpreti wagneriani più stimati ( letto anche questo), e che, molto probabilmente, questo suo debutto a Roma, in teatro, prelude all'annuncio che presto vi assumerà un incarico stabile. Come del resto nella capitale accade già con Pappano che ha un piede a Roma ( Santa Cecilia) ed uno a Londra ( Covent Garden); Gatti a Roma ( Teatro dell'Opera) e ad Amsterdam ( Concertgebouw). Fin qui dunque nulla di nuovo, notizie che già conoscevamo.
Ma ieri i due principali quotidiani nazionali( Corriere, Repubblica) molte altre ne fornivano al lettore che voleva essere informato sull'esito, importante per tutte queste ragioni, dell'inaugurazione di stagione all'Opera di Roma.
Il Corriere , ad esempio, per la prima volta raccontava del mancato toccamento dei due amanti- che si sfiorano appena con la fronte - del probabile annuncio a breve del nuovo incarico romano di Gatti, e poi aggiungeva - notizie fresche di giornata - che era presente all'inaugurazione Padoan, e che il sindaco Raggi è arrivato in teatro, ma poi fatte le foto per i giornali, se ne è andata molto prima che Tristano cominciasse, per impegni (specifica il Corriere: non istituzionali). Senza ricordarci che la fuga è molto simile a quella di un ex ministro della cultura, Melandri, che non andò all'inaugurazione della Scala, preferendole una cena, in occasione di un raduno di grandi chef, all'Hotel Hilton di Roma.
La Repubblica, campione di notizie fresche e sempre interessanti, che domenica scorsa ci ha regalato 'Robinson' per annunciarci l' aumentato impegno del giornale nei confronti della cultura (segno del nuovo corso: una lunga recensione alla nuova opera di Lucia Ronchetti, Inedia Prodigiosa) mentre dedica una pagina intera, in apertura degli 'Spettacoli' ad una Tempesta shakespeariana rappresentata nel Regno Unito, nella 'romana', solo nella 'romana', immortala la sindaca Raggi, in una foto che le ballerine della scuola di danza del teatro, accompagnata da una didascalia succinta ma informatissima: applaudito Tristano all'Opera di Roma; il sindaco è andato subito via, prima che cominciasse la rappresentazione, poi la cena di gala nei laboratori di scenografia del teatro che sono in Via dei Cerchi. Ma non poyevano andare mangiare a casa o al ristorante? E' ancora tempo di cene di gala per gente cui pane e companatico non manca comunque? E chi paga?
En passant, nelle altre pagine di Repubblica, abbiamo letto un titolone che inneggiava alle 'arie di Schumann' che Alexander Lonquich si incaricava di eseguire per il pubblico dell'Accademia di Santa Cecilia. Lonquich s'è messo anche cantare? e quali 'arie' eseguiva? I dubbi ci sono rimasti, tali e quali.
Restiamo in attesa, almeno fino a quando non solo i giornaloni ma anche gli altri si decideranno a farci sapere come è andata la serata all'Opera di Roma, oltre che negli intervalli, e prima e dopo la rappresentazione - compresa la cena di gala - di cui sappiamo ormai tutto; ma anche durante la rappresentazione medesima.
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