Lo si è detto all'indomani delle forti scosse di terremoto. Perchè quel gigante architettonico, che di recente si è rifatto il trucco con i soldi di Della Valle, ha i piedi infilati in una terreno paludoso- o qualcosa di simile - ed ha la testa - il suo anello più alto, che rischia di crollare. E sarebbe davvero tragico doverne registrare la caduta all'indomani del costosissimo restauro, anche per effetto del terremoto, non sarebbe la prima volta.
Il sovrintendente Prosperetti ha lanciato l'allarme minacciando la chiusura del Colosseo qualora non intervengano fatti nuovi. I fondi ci sarebbero, ma sono bloccati. Raggi e il suo giro tace. E il pericolo potrebbe essere ancora più incombente se riprendessero i lavori della metropolitana che, come un terremoto continuo, sebbene di intensità molto inferiore a quello dell'agosto e ottobre scorso, cominciasse a sollecitare la struttura dell'elefante architettonico.
Nemmeno tale pericolo, a dire del sovrintendente molto concreto, riesce a stanare 'mezzodisastro' Franceschini, cui competerebbe, tacendo l'inefficiente ed incapace Raggi, intervenire per non mettere in serio pericolo il nostro monumento più visitato e conosciuto nel mondo.
E forse stanarlo servirebbe anche a fargli dare risposte e mezzi concreti ai sindaci del cratere del terremoto che lamentano la sua assenza nell' opera di salvaguardia e messa in sicurezza dei numerosi beni culturali, ora affidata a pochissimi tecnici ed agli uomini dei Vigili del fuoco, cui ora si dovrebbero aggiungere anche quelli dell'esercito, soprattutto nell'azione di vigilanza per dissuadere gli sciacalli che hanno già colpito.
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