Dal cilindro della cappello magico di Nastasi, quand'era ancora al Ministero di Franceschini, uscì il miracoloso nuovo criterio per l'assegnazione del FUS alle Fondazioni liriche, fino a qual momento fondato prevalentemente sul cosiddetto 'pregresso'. Nastasi fece stabilire a Franceschini che il Fus alle Fondazioni Liriche andava assegnato con diverse percentuali su diversi capitoli. Cioè a dire:
il 50% in base alla produzione, quantità intendasi;
il 25% per la qualità della programmazione, con diversi sottocapitoli;
il 20 sugli incrementi dei dati di gestione,
ed il 5% sul pareggio di bilancio.
La Commissione, che ogni anno si riunisce in clausura, evitando di subire pressioni di qualunque genere ( noi invece abbiamo tante volte segnalato la sua permeabilità a pressioni di qualunque genere, data la non grande competenza di tutti nella materia e la subalternità di buona parte dei componenti a chi li ha nominati Chiaro? ), ha dato le sue pagelle.
Clamorosa la retrocessione dell'Arena di Verona (alla quale si riferisce il candidato sindaco di Verona, per la lista-movimento 'Verona Pulita', il commercialista e tributarista Michele Croce, la cui dichiarazione abbiamo riproposto nel post precedente) passata dal quinto al nono posto nella classifica delle Fondazioni (delle quali non fanno più parte nè la Scala nè Santa Cecilia, autonome, con autonomo finanziamento), la cui classifica di qualità secondo l'indipendente commissione ministeriale è la seguente: Roma ( Opera, quella d'avanguardia di Fuortes-Vlad), poi La Fenice di Chiarot- Ortombina, Palermo (Giambrone-Pizzo), Torino (Vergnano-Fournier) e Napoli( Purchia-Pinamonti, cui ora si è aggiunto anche il giovane Amato, figlio di Giuliano, attore e regista, come assistente alla direzione artistica). Peggio di Verona, solo Bologna (dominata da Nicola Sani), Genova( Roi-Acquaviva), Cagliari (Orazi -Meli). E Firenze (Bianchi-Conte)? Di Trieste, con Pace, ma non siamo riusciti a sapere la posizione della Fondazione, nella graduatoria di 'qualità'.
Resta comunque il rebus di Verona, dove a giorni scade il mandato del commissario Fuortes che dovrebbe tornarsene a Roma - ma si sa che da anni egli non ha mai un incarico alla volta: prima Roma-Bari, poi Roma-Roma, dall'una all'altra sponda del Tevere, ed ora Verona-Roma (fino al 15 di questo mese).
Il piano di risanamento di Fuortes non ha ancora avuto la definitiva approvazione ministeriale, con la quale verrebbe ammesso ai benefici della cosiddetta 'Legge Bray'; mentre il suo mandato da commissario è in scadenza.
Tosi vorrebbe tornare ai suoi amici, ridando la disastrata Arena nelle mani dei suoi disastratori - fra di essi c'è anche la tagliateste Tartarotti, figlia di Francesco Micheli, oppure lei appartiene, anche per volontà di Tosi, ai risanatori?
I sindacati vorrebbero che Fuortes restasse ancora, mantenendo ovviamente anche l'incarico a Roma ( perché si fidano di lui, o perché sanno che Fuortes va d'accordo con Franceschini, dal quale pure sperano l'atteso miracolo?) affiancandolo magari con qualche manager in loco ( fra essi anche la Tartarotti?).
Tosi preferirebbe rifondare il cosiddetto Consiglio di Indirizzo, ma castrato nell'azione dalla presenza di Fuortes, che tiene i contatti con Franceschini ( Se dovesse diventare - non sia mai, è la nostra personale opinione - presidente del Consiglio, vorrebbe Fuortes ministro della 'sua'cultura?).
Altre voci a Verona fanno balenare i nomi di diversi possibili candidati a sostituire Fuortes, che si vorrebbe tornare definitivamnte al solo incarico di sovrintendente a Roma, da Cecilia Gasdia ( a fare cosa, la sovrintendente? ma quando ha amministrato un grande ente? Solo perchè è veronese ed ha avuto una bella carriera da cantante?) oppure - come li chiama Michele Croce, due autentici monumenti come Enzo Giacchieri ( già transitato altre volte dall'Arena, senza cose memorabili, ora candidato a gestire il risanamento: ma quando?), o Alberto Ristori che, per nostra ignoranza, non sappiamo chi sia.
Insomma si vuol rendere con simili candidature il commissariamento di Fuortes a vita. Non sarebbe meglio, allora, nominare un nuovo sovrintendente a Roma, ora che l' Opera è diventato faro internazionale di qualità, dopo il botto Valentino-Coppola, per la Traviata di primavera, e far emigrare definitivamente Fuortes a Verona?
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