Se i dirigenti massimi della Rai guardassero attentamente i loro programmi, a cominciare da quelli di informazione - TG in cima - si accorgerebbero delle vere o presunte rivoluzioni che ciascuna delle testate, zitta zitta, realizza. E, di conseguenza, nelle nomine, premierebbero chi merita veramente. Come il direttore della TGR ,Vincenzo Morgante, il cui Telegiornale Lazio serale - che è il telegiornale di punta - seguiamo e non solo per ragioni orarie, con grande attenzione.
Sul suo conto si è malignato che sia arrivato dalla Sicilia con la benedizione dell'Opus Dei (che male c'è? l'Opera non è mica il diavolo, se poi protegge i suoi affiliati...) e, di recente, che goda dell'amicizia di Mattarella ( lo si è notato, in tv, in casa della figlia mentre guardava i risultati della votazione che lo avrebbe catapultato al Quirinale; e magari stava facendo un servizio giornalistico). Tutte calunnie frutto di invidiuzze per la sua bravura, cui unicamente si deve la sua ascesa, che non può finire alla TGR.
Restano i fatti. Il suo telegiornale è quello che ha prodotto la più grande e profonda rivoluzione, che andiamo ad illustrare.
Prima della sua rivoluzione, dopo la sigla, la telecamera andava direttamente sullo studio dove mostrava il giornalista ( anzi la giornalista, perché a quell'ora sono meglio le donne ) che leggeva le notizie già appollaiato sulla sua sedia. Prima i titoli e poi i vari sevizi lanciati dal giornalista appollaiato. E da quella sedia non si muoveva mai. Atteggiamento di comodo. Da cambiare. Il telespettatore deve sempre avere l'impressione che il giornalista sia pronto a schizzare fuori dallo studio per recarsi sul teatro delle notizie.
Adesso tutta una'altra storia, per effetto della rivoluzione 'morgantina'. Quando la telecamera entra nello studio non scopriamo subito il giornalista, il quale arriva subito dopo, da destra, e si piazza davanti al tavolo, restando in piedi. Bando alla posizione seduta, troppo comoda. Attacca con i primi titoli; e la sua voce si ode prima di vedere la sua persona. Altra rivoluzione. A metà della lettura titoli, la telecamera lo inquadra di fianco, lui si gira, a favor di telecamera, che l'ha preceduto, ruotando di 90 gradi su se stesso, a destra, e continua. Solo dopo si andrà a sedere.
Tutto qui? No. Alla fine del telegiornale, di nuovo in piedi, il giornalista fa il riassunto delle notizie trasmesse, fior da fiore (in verità nelle ultime settimane questa chiusa è stata eliminata dal rivoluzionario direttore, avendo egli constatato che nessuna delle notizie trasmesse meritava qualche considerazione E' così?)
Abbiamo tralasciato l'altra vera rivoluzione della TGR, quella relativa alle notizie che sono rimaste sempre le stesse, stesso ritmo, stessi interessi ecc... notizie vincenti non si cambiano. Come non si cambia neanche quella serie di consigli riguardanti lo spettacolo, un settore che professionalmente conosciamo abbastanza bene, sul quale il giornalista incaricato del reperimento oltre che della scelta ci spiazza sempre, cogliendoci di sorpresa. Mai uno spettacolo che conosciamo anche noi. Ma da dove le va a pescare il giornalista della TGR' ? Ci piacerebbe saperlo.
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