Via
libera definitivo della Camera al disegno di legge sull'editoria, che
disciplina principalmente il sostegno pubblico al settore.
L’ammontare del contributo dipenderà dal numero di copie annue
vendute. Favorite le assunzioni degli under 35. Tetto agli stipendi
Rai, riordino dei prepensionamenti e Consiglio nazionale dell'Ordine
ridotto a 60 membri (40 professionisti e 20 pubblicisti) - IN
ALLEGATO il Dossier n. 173 dell'Ufficio Documentazione e Studi della
Camera dedicato alle NORME SUL SOSTEGNO ALL’EDITORIA E
ALL’INFORMAZIONE. - Le reazioni, la Fnsi, l'Ordine nazionale e gli
Ordini regionali, la Fieg, Roberto Rampi (Pd) e Giancarlo Ghirra.
ROMA,
4 ottobre 2016. - Via libera definitivo della Camera al ddl editoria,
che disciplina principalmente il sostegno pubblico al settore. Ecco,
in sintesi, il testo (in Il
contenuto del testo trasmesso dal Senato).
IL FONDO - Ad alimentarlo le risorse statali per il sostegno all’editoria quotidiana e periodica, ma anche quelle per le emittenti locali. Previsto l’uso di una quota, fino a 100 milioni di euro annui per il periodo 2016-2018, delle eventuali maggiori entrate da canone Rai in bolletta. Ci sarà anche un contributo di solidarietà da parte dei concessionari di pubblicità su tv e stampa (0,1% del reddito complessivo annuo).
I
SOGGETTI BENEFICIARI - Il testo delega il governo a ridefinire
l’intera disciplina, entro sei mesi dall’entrata in vigore della
legge, partendo dalla platea dei beneficiari. Tra questi, oltre alle
tv locali, le cooperative giornalistiche e gli enti senza fini di
lucro, quotidiani e periodici delle minoranze linguistiche, imprese
ed enti che editano periodici per non vedenti o ipovedenti,
associazioni di consumatori, imprese editrici di quotidiani e
periodici diffusi all’estero. Esclusi esplicitamente i giornali di
partito e le imprese editrici di quotidiani e periodici che fanno
capo a gruppi editoriali quotati o partecipati da società quotate.
L’ammontare del contributo dipenderà dal numero di copie annue
vendute (che non può essere inferiore al 30% delle copie distribuite
per le testate locali e al 20% per quelle nazionali) e dagli utenti
unici raggiunti, oltre che dal numero di giornalisti assunti.
Previsti criteri premiali per l'assunzione a tempo indeterminato di
under 35 e limiti massimi al contributo erogabile (50% del totale dei
ricavi dell’impresa).
IL
TETTO AGLI STIPENDI - Amministratori, dipendenti e consulenti Rai non
possono percepire stipendi superiori ai 240 mila euro, tetto che non
potrà essere superato anche qualora l'azienda dovesse emettere bond.
Il provvedimento prevede anche una riduzione delle risorse pubbliche
alle imprese che superano nei confronti del proprio personale, di
collaboratori e amministratori, il limite di 240 mila euro. Il
governo è delegato a deciderne la rimodulazione.
INCENTIVI
E LIBERALIZZAZIONE VENDITA - Il governo dovrà incentivare gli
investimenti nell’innovazione digitale, assegnare finanziamenti a
progetti innovativi, liberalizzare la vendita dei prodotti editoriali
e gli orari di apertura dei punti vendita, incentivare sul piano
fiscale gli investimenti pubblicitari su quotidiani e periodici
nonché sulle radio e tv locali.
ORDINE
GIORNALISTI E PREPENSIONAMENTI - Il testo delega il governo ad
adottare, sempre entro sei mesi dall’entrata in vigore della legge,
criteri più stringenti per il ricorso ai prepensionamenti dei
giornalisti e a rivedere la procedura per il riconoscimento degli
stati di crisi, nonché a riordinare e razionalizzare le regole per
il Consiglio dell’Ordine (il numero dei componenti viene ridotto a
60, riequilibrandone il rapporto tra professionisti e pubblicisti,
due terzi e un terzo).
CRITERI
DI EROGAZIONE DEI CONTRIBUTI - Il governo dovrà semplificare
l’erogazione dei contributi, che avverrà in due rate (la prima
entro il 30 maggio, pari al 50%). Il testo disciplina, inoltre, tempi
e modalità di presentazione delle domande e stabilisce i requisiti
per la testata online (deve essere regolarmente registrata presso una
cancelleria di tribunale, avere un direttore responsabile iscritto
all’Ordine, produrre principalmente informazione con aggiornamento
quotidiano, non essere una mera trasposizione telematica di una
testata cartacea né un mero aggregatore di notizie).
LA
CONCESSIONE RAI - Viene ridotta a dieci anni, con un regime
transitorio di non oltre tre mesi. (ANSA).
4.10.2016 - La riforma dell'editoria è legge, la Fnsi: «Bene, ora i decreti attuativi per il rilancio del settore» La riforma dell'editoria è legge. Con 275 voti a favore, 80 contrari e 32 astenuti, la Camera dei deputati ha dato il via libera definitivo al provvedimento che ora, per diventare pienamente efficace, deve essere completato con i decreti attuativi previsti delle deleghe al governo. Lorusso e Giulietti: «Poste finalmente le basi per il rilancio del sistema dell'informazione». - LE REAZIONI. TESTO IN http://www.fnsi.it/la-riforma-delleditoria-e-legge-la-fnsi-bene-ora-i-decreti-attuativi-per-il-rilancio-del-settore
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