giovedì 6 ottobre 2016

Vice direttori Rai. Ormai un esercito

A quelli già esistenti, scaduti ma da ricollocare,  altri 25 se ne aggiungono ora, sfornati freschi freschi dall'ultimo CDA Rai. Ognuno dei telegiornali ne ha cinque o sei, perfino Rai Parlamento, che in tutta la giornata fa complessivamente 6-7 minuti di notiziario - diviso in due , la mattina ed il pomeriggio - ha i suoi bei vice direttori, tre o quattro, che rappresentano il codazzo della nuova direttrice, la Manzione, il cui cognome qualcosa di tosco ricorda, aldi là naturalmente della parlata.

 Nulla di male se i vice direttori, e a maggior ragione, per gli alti costi, anche i direttori - perchè no? - alla fine di un mandato, che naturalmente non può durare in eterno,  fossero rimandati ai loro 'gradi militari' che avevano prima di assumere il comando degli eserciti dell'informazione. Fine mandato, fine benefit di comando e si torna a fare il redattore capo o responsabile delle varie sezioni dalle quali erano stati prelevati prima di assumere l'incarico di vertice. Invece no.
Finito il mandato occorre trovare un lavoro agli ex, ma che sia adeguato al ruolo che avevano prima. E così accade che  ad ogni cambio di poltrone  anche il battaglione degli ex direttori si infittisca: alcuni di loro vengono destinati ad altri incarichi, altri - quelli più invisi ai nuovi potenti - restano senza cariche ma con gli  stessi stipendi di quando erano direttori.

Dal battaglione degli ex direttori, all'esercito dei vice direttori. Con la conseguenza che man mano che il tempo passa e gli avvicendamenti ai vertici si susseguono l' esercito diventa sempre più numeroso (venticinque alla volta, ad ogni giro di valzer di poltrone). E se non si pone fine a questo assurdo meccanismo si va verso un capovolgimento delle forze in campo. Fra breve ci potrebbero essere più direttori e vicedirettori che giornalisti semplici, cioè la truppa; e si dovrà assegnare ad ogni giornalista in attività, almeno un ex direttore e due ex vice. E quel povero giornalista, soldato semplice, dovrà districarsi fra i tre ordini ricevuti per ogni servizio, talvolta contrastanti fra loro, perché fra ex direttori e ex vice ce ne saranno certamente di diversa provenienza partitica, ideologica  e forse anche professionale.

Nel via vai più recente di nomine di vice, si segnala - unico caso - per trasloco  e non per demansionamento, il passaggio di una vice (Susanna Petruni) dal TG1 ad altro TG, una vice di cui nel passato si è scritto che era assai simpatica al Cavaliere che le aveva regalato una collanina - niente di importante - ma con una farfallina, regalata  anche a tante altre da Berlusconi.

Il progetto di Gubitosi di ridurre od accorpare le testate giornalistiche per ridurre direttori e vice e corrispondenti e tutto il resto, è saltato definitivamente, quando ci si è accorti che con tale riduzione non si avevano più poltrone sufficienti per placare gli appetiti di tutti i partiti al potere, sia di quelli che il potere l'avevano acquisito con i voti, che di quelli che se lo erano procurato, pur  minoranza, sostenendo il governo, e anche di quelli che al governo  avevano offerto, saltuariamente, la loro stampella.

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