L'inutile intervista ad Andrea Battistoni ( veronese, trent'anni quasi, chiamato a dirigere, da direttore principale, la Tokyo Philharmonic Orchestra con contratto quadriennale), apparsa ieri su Repubblica, a firma del presidente dell'Associazione critici musicali italiana, Angelo Foletto, segnalava l'avanzata a passo spedito anche dei nostri direttori d'orchestra trentenni, avanzata a noi graditissima, giacchè non manca occasione per pronunciarci sulla scarsa attenzione in Italia verso i giovani musicisti, nella maggior parte dei casi da parte delle istituzioni musicali e della stampa, la quale, va detto, in qualche caso si butta a capo fitto, ma non conta la professionalità, ci deve essere di mezzo l'età 'giovane'(come di recente con il direttore persiano, ventiseienne, chiamato alla 'Toscanini' di Parma).
Perchè intervista 'inutile'? Perchè oltre i nomi di alcuni 'giovani' direttori - sul podio la giovinezza di una bacchetta resta tale anche a trent'anni suonati, data la particolare fisionomia del mestiere di direttore che oltre la genialità e preparazione richiede esperienza - ed una o due domande che sarebbero potute risultare interessanti, ma nei fatti anche esse inutili perchè non approfondite, come quella sulla gestione dei complessi orchestrali in Giappone ( un direttore di giornale direbbe: dov'è la notizia?) - la pagina di Repubblica altro non dice. Nè ci può interessare leggere domande del tipo: non la vede come la solita fuga di cervelli? o, a seguire, ' quindi non c'è da temere il tradimento giapponese 'definitivo'?
Che domande sono, rivolte ad un giovane direttore italiano che ha una opportunità di lavoro part- time all'estero, dove potrà farsi una esperienza che forse in Italia ai 'giovani' direttori 'italiani' non viene offerta?
Gli scambi fra nazioni nel caso dei direttori d'orchestra sono abbastanza normali; in Italia di orchestre non ve ne sono poi tante; e, infine, le istituzioni - e torniamo a denunciare che quando devono assumere un giovane direttore, preferiscono uno straniero - non sentono particolarmente il problema, anche perchè chi le finanzia, lo Stato in primis, su tale argomento non dà nessuna direttiva, in nome della 'libertà di progettazione' riconosciuta ai validissimi direttori artistici. Tutte fandonie; e l'invocata libertà serve solo a coltivare campicelli ed interessi non sempre specchiati.
Se un giorno si dovessero chiudere le frontiere degli altri paesi in faccia ai nostri musicisti sarebbe una tragedia, perchè l'attività musicale italiana ha sempre meno bisogno di forze nuove, a causa della sua costante incessante riduzione, ed anche distruzione, con l'avallo colpevole della recente legislazione. Perciò domandare ad un giovane direttore se è in fuga, è domanda inutile ed anche stupida, caro Foletto.
Sul 'cervello' basterà poi ricordare il libro del nostro Battistoni sulla musica (Non è musica per vecchi) capolavoro e summa di ovvietà, ben altra cosa dal cervello applicato al pensiero musicale. Ciò non vuol dire che Battsistoni non abbia cervello per il suo mestiere, quello di direttore.
Sulla fuga 'definitiva' oggetto di un altro 'capolavoro' di domanda, sorvoliamo.
Poi, un articolo come quello di Foletto, serve anche per inserire nella lista qualche nome segnalato da suggeritori amici. Come quello di Sesto Quatrini, il cui viso non ci è nuovo, avendo egli studiato al Conservatorio dell'Aquila negli stessi anni in cui noi vi insegnavamo. Ma oltre che fisicamente non abbiamo mai saputo nulla di lui, perchè non ha mai frequentato le nostre classi, nè abbiamo mai assistito ad un suo esame o prestazione sul podio.
La sua carriera recente, invece, serve a farci ricrederci su una scuola di direzione, autentica fucina di direttori d'orchestra, che un autentico fuoriclasse del settore, come Marcello Bufalini, sta creando a L'Aquila, dove si è messo in luce oltre Quatrini, anche la giovane Nil Venditti, che ha vinto di recente il 'Premio Abbado' per la direzione, quello che un tempo si chiamava 'Premio nazionale delle Arti.
Anche perchè la sua scuola ha un vantaggio che altri insegnanti di direzione non hanno. In ragione della circostanza, preziosissima e rara, che a due passi dal Conservatorio, sua moglie Luisa Prayer, direttrice artistica dell'Istituzione Sinfonica Abruzzese, provvede a far debuttare, appena usciti dalla scuola di suo marito, i giovani direttori, sul podio dell'Orchestra abruzzese. La quale non sarà la Tokyo Philharmonic Orchestra (come, del resto, Bufalini non è né Franco Ferrara, e neanche Jorma Panula, però attenti a lui: benchè non più 'giovane', come si intende oggi, ha un futuro ancora tutto da disegnare) ma è pur sempre un'orchestra sulla quale un giovane direttore può fare esperienza preziosa; mentre non è vero il contrario e cioè che una passerella di giovani direttori, se non affiancata da una guida fissa, autorevole e con molta esperienza alle spalle, possa far bene all'orchestra. Intanto, la Sinfonica Abruzzese, ospitando questi giovani usciti dal Conservatorio aquilano, offre visibilità alla scuola di Bufalini. E' già qualcosa.
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