Su Corona - il giovanotto che tre anni fa è finito in carcere per giusta causa, anche se, a detta di tutti, nella quantificazione della pena i giudici sono stati particolarmente severi, forse intendendo dare una lezione ( Punirne uno, per educare molti! Ah, se questa lezione la dessero in ben altri più gravi casi!), s'è letto e visto di tutto.
Dopo qualche tempo passato in carcere, a causa della depressione nella quale era caduto il baldanzoso giovanotto - così ci pare di ricordare - ed anche per buona condotta e dimostrazione della volontà di ravvedimento, la pena fu commutata nell'affidamento 'rieducativo' alla Comunità di don Mazzi, che aveva assicurato la giustizia per lui. Già prima che la magistratura prendesse quella decisione, giornali e televisioni avevano seguito con passione la storia, quasi si trattasse di Madre Teresa o del Dalai Lama condannati ingiustamente. E passi.
Nei mesi che Corona ha passato da don Mazzi, si viene sapere, ha ripreso a 'lavorare', come dice lui e come dicono anche i suoi difensori. Immaginiamo che tale possibilità fosse contemplata nella decisione dei magistrati di affidarlo alla comunità di recupero.
Poi improvvisamente alcuni giorni fa gli scoprono una valanga di soldi, nascosti accuratamente nel controsoffitto della casa di una donna, sua collaboratrice, prestanome e forse anche amante, e successivamente anche la presenza di un'altra somma, consistente, depositata presso un conto austriaco. Corona finisce di nuovo in carcere. Che altro si voleva, che anche questa volta i magistrati chiudessero un occhio sulla inclinazione illegale del giovanotto? Eh no. Corona torna in carcere a scontare interamente la pena in parte commutata nel suo trasferimento ' rieducativo' nella Comunità di don Mazzi.
A metterlo nuovamente nei guai sarebbe stata un'altra sua collaboratrice che lui pagava con 1000 Euro mensili in nero, e che negli ultimi mesi non pagava neanche, al punto che la collaboratrice si sarebbe tenuta per sé un costoso orologio di Corona, e avrebbe aperto gli occhi della Finanza e della Magistratura sul Corona 'non rieducato'.
Lele Mora che lo conosce bene e che con lui ha avuto in gioventù (di Corona) una storia sentimentale, dice che "Fabrizio ha la malattia dei soldi". Che è una malattia, ma che può essere guarita, se altrimenti non si può, facendo soldi LEGALMENTE e pagando regolarmente le tasse relative. Non come Corona che, gente malata come lui, invita a serate per le quali lo gratifica, conscio della sua malattia, di 10.000-15.'000 Euro, per la sola presenza. Tutti soldi che lui ha nascosto e che avrebbe guadagnato - diciamo così - nei mesi in cui don Mazzi vigilava sul decorso della sua 'malattia'. A meno che non si venga a scoprire che quei soldi, si parla complessivamente di quasi tre milioni di Euro, non siano il frutto di attività illegali, il che peggiorerebbe il guadagno 'in nero'- come si ipotizza. Spetta alla magistratura indagare e verificare colpe e comminare pene.
Ma la Rai non può fracassarci i c... da mattina a sera con la storia di questo relitto umano, mascalzone seriale, che anche quando la società gli dà una mano la rifiuta. E' mai possibile che in Rai nessun dirigente alzi il telefono per riprendere severamente i responsabili della varie trasmissioni del mattino e del pomeriggio che sui guai nei quali Corona s'è nuovamente cacciato, imbastiscono ore ed ore di discussioni? Basta. Proponete altro; non la storia di questo relitto, sebbene muscoloso e tatuato.
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