Mentre leggevamo i dati sui cosiddetti consumi culturali nel nostro paese, così come li aveva desunti e riassunti Federculture, nel suo annuale rapporto, presentato nei giorni scorsi al MAXXI di Roma, avevamo ancora nelle orecchie l'assordante silenzio sulle vittorie mezze mezze (in realtà: mezze sconfitte) registrate questa estate nelle maggiori sedi concertistiche o di spettacolo, compresa l'opera ed il balletto, della Capitale ( Auitorium,Caracalla). Quest'anno, infatti, Fuortes, a fine stagione, non ha gridato - come ha sempre fatto - alla vittoria dei numeri a Caracalla; e all'Auditorium hanno dovuto ammettere, a denti stretti, che la stagione di 'Luglio suona bene', era andata maluccio, anzi assai male.
E allora, pensavamo: che va dicendo il Rapporto di Federculture che sottolinea come l'unico settore, nel campo dello spettacolo dal vivo, ad andare a gonfie vele, con un consistente aumento, nella Capitale, è stato quello dei concerti?
E ci chiedevamo se dovremo d'ora in avanti non credere più neanche a Federculture? No. Non vogliamo dire questo, perchè vorrebbe dire ammette che in Italia, in tutti i campi, c'è sempre un trucco, perfino quando si tratta di statistiche, di numeri che dovrebbero essere incontrovertibili. Mentre c'è sempre l'occhio di chi li legge e che può interpretare il 'mezzo vuoto' come 'mezzo pieno' ( il che potrebbe valere anche per le grandi platee).
Fedeculture nacque con il preciso intento di dare voce ad un settore che in Italia, pur non meritandolo, è fortemente sottostimato, nonostante rappresenti numeri consistenti nella creazione del PIL nel nostro paese. Ma si sa l'ignoranza è cosi forte che qualcuno al governo, dalla mente piccola piccola, pensava, quando si toccava questo tasto, che la cultura non dava da mangiare. Mentre invece è vero il contrario. E perciò Federculture ha mirato sempre a sottolineare questo fondamentale aspetto della vita anche economica del nostro paese. Ed anche quest'anno il Rapporto sottolinea i meriti della cultura nella formazione del flusso turistico nazionale e soprattutto internazionale, per le città d'arte che evidentemente, contano sempre moltissimo e comunque più dell'eventuale Giubileo ( che secondo i responsabili si sta rivelando un flop, in rapporto alle attese!).
Nel censire perciò i numeri del turismo culturale e dello spettacolo, in funzione delle richieste da avanzare al governo, anche solo normative, forse qualche volta il Rapporto ha guardato con occhi particolari i dati. Non mentendoli, per carità, ma imbellettandoli, o leggendoli a turno una volta con l'occhio destro ed uno con il sinistro, a seconda di ciò che si voleva mostrare o dimostrare e si voleva, di conseguenza, avanzare come richiesta.
E, a dire il vero, l'abbiamo pensato anche leggendo i dati relativi ai concerti nella Capitale e nel Lazio dell'ultimo Rapporto, appena presentato. Ma ogni cattivo pensiero l'abbiamo subito cacciato quando ci siamo accorti che quel rapporto riguardava il 2015. Ed allora attendiamo il prossimo rapporto alla prova dei fatti l'anno prossimo. Vogliamo vedere se, per i concerti, Roma ed il Lazio vanteranno ancora numeri in crescita o stabili, nel 2016. Ma Federcutlure non fa imbrogli. Basta attendere il prossimo Rapporto per averne ulteriore conferma.
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