Questa sera, all'Opera di Firenze c'è la proiezione del nuovo di film di Ron Howard, da Don Brown, INFERNO, davanti a 1800 ospiti, fra i quali anche la coppia Renzi-Franceschini: come a dire l'attuale regnante e il suo principe ereditario che, dimenticando gli strettissimi rapporti di parentela dinastica, ha bollato come 'mezzodisastro', in attesa di passargli lo scettro, ma solo se costretto.
Passiamo sopra le vicende dinastiche del casato 'Italia', perchè vogliamo parlarvi d'altro. Del film, la cui realizzazione ha diviso gli uomini di cultura in Italia, tra favorevoli e contrari. In cima ai contrari Tomaso Montanari - che insegna all'Università, come il diretto interessato ci va rinfrescando ogni giorno - il quale è contrario su tutta la linea alla realizzazione del film a Firenze in luoghi sacri alla cultura ed alla nostra storia, e a tutto ciò che il film produce già e produrrà ancora negli anni a venire. E cioè il riversarsi a Firenze di carovane di visitatori/lettori dei romanzi di Brown che vorranno fare il giro dell'INFERNO- intendendosi la visita guidata dei luoghi, ove il film è ambientato.
Che male c'è, Montanari? Se non si realizzava a Firenze, quei luoghi li costruivano in una cinecittà qualunque. Cominciamo col dire che l'aver offerto quei luoghi come set per girare il film ha fruttato a Firenze circa 250.000 Euro, che magari serviranno a realizzare la necessaria manutenzione di alcune opere, per la quale il ministro, che stasera va a vedere il film, non riesce a trovare i soldi necessari. Forse sarebbe da domandarsi se il set attivo abbia a lungo vietato ai visitatori quei luoghi e le meraviglie che custodiscono (naturalmente non abbiamo visto il film e nè sappiamo in quali luoghi sia stato girato, anche se possiamo supporli; perciò ragioniamo da cronisti, in una posizione molto diversa da quella di Montanari che è professore università). Ma se questo non è accaduto con una programmazione intelligente dei tempi di ripresa, perché non si poteva?
Fossi ministro, e non lo sono, non avrei mai dato a Roma il Circo Massimo o Piazza del Popolo, o il Teatro romano di Verona, o la reggia di Caserta, come è accaduto, per qualche migliaio di Euro. Forse, per venire incontro a Montanari, viene qualche dubbio anche a noi se pensiamo all'affitto di Ponte Vecchio per una dimostrazione Ferrari. Ma se anche Ferrari ha tirato fuori bei soldini, come ad esempio li hanno tirati fuori quelli della BMW per esporre una loro macchina alla Fenice di Venezia - speriamo di non sbagliare nei ricordi - ancora: che male c'è? Non ricordiamo bene, ma tempo fa leggemmo di un matrimonio fatto celebrare, forse gratuitamente, a qualcuno in un sito di particolare valore storico; o dei fuochi d'artificio e della cagnara per un altro matrimonio celebrato sulla pubblica spiaggia del Circeo. Se si chiedono i permessi, si paga ciò che quei luoghi meritano e poi si vigila affinchè quei luoghi anche nel diverso uso siano rispettati, non c'è nulla di male.
E allora che dice Montanari di quella cena fatta per i Mecenati della Galleria Borghese di Roma, per la quale il catering offese di fatto, nella sua messa in opera, la galleria medesima, col rischio di procurare danni, proprio da parte di coloro che ai danni, con il loro contributo, volevano rimediare?
E poi le carovane che si riverseranno a Firenze e vorranno fare il giro dei 'gironi' danteschi dell'Inferno, 'Inferno tour', porteranno altri turisti che magari hanno anche letto il libro dal quale il film è tratto e visto il film.(Non dimentichiamo quanta acqua abbia portato al mulino della conoscenza, non importa se superficiale, di Mozart - della sua musica, intendiamo - il film 'Amadeus', tanto criticato dai puristi).
Negli anni Ottanta a Palermo si faceva il 'mafia tour'. ogni fine settimana gli aerei sbarcavano nel capoluogo siciliano centinaia e migliaia di turisti accolti subito da guide premurose che li conducevano a visitare i luoghi degli assassini di questo o quel magistrato , questo o quel personaggio politico questo o quel servitore dello Stato. Vogliamo mettere?
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