Cominciamo dalle novità assolute di quest'anno nell'area milanese, in attesa dell'Expo. Tiene banco, quest'autunno, ma solo per qualche ora, l'arrivo, chiacchierato già prima della presa di possesso, di Pereira che dopodomani si insedierà sulla poltrona lasciata da Lissner e che ha già più volte lanciato il suo avveniristico programma di direttore artistico/ sovrintendente: cucire la bocca e legare le mani al loggione. Auguri di buon lavoro al nuovo timoniere della Scala.
Intanto parte MiTo, il festival di cui tutto il mondo parla, per la novità dell'impostazione e la ricchezza delle prospettive ed il numero inverosimile di proposte. Si svolge fra Milano e Torino, distanti la bellezza di un centinaio di chilometri ( o forse sono di più?) costa alle due amministrazione un fottio di soldi per concerti ed altro che si ripetono nelle due capitali del florido nord , facendo conoscere a Torino fatti e persone del mondo della musica noti solo a Milano, e viceversa. Se, ad esempio, Milano gioca la carta Boccadoro, Torino gli risponde battendo un colpo con Campogrande ed aggiungendovi, per ringraziare l'Orchestra Rai, il suo direttore artistico, Dall'Ongaro. In realtà si tratta di poca cosa, un pezzetto solo del noto compositore romano emigrato a Torino che meriterebbe molto di più, giacchè gli presta la sua orchestra ed alcuni ensemble per diversi concerti, persino il ricercatissimo Ensemble Noctis, quello delle serenate e ritirate piemontesi notturne.
A guardia della 'comunella' milanese la corte di Micheli ha il suo gazzettiere di fiducia, la Moreni, 24 ore dal sole al buio, e la sua casa editrice, anche quella di fiducia: Ricordi? Sì, quella.
Se deve dar 'focus' agli autori li sceglie ovviamente dalla casa di fiducia - vedi Vacchi, e poi muori - nella quale il direttore artistico del mitico festival piemontese/lombardo, Enzo Restagno, ha lavorato, e forse lavora tuttora. E, se per caso non lavorasse più, può sempre rivolgersi a chi ha preso il suo posto, Carlo Mazzarelli che dirige l'altro festival, anche quello tutto milanese, che si intitola 'Milano Musica': e come altro si sarebbe potuto chiamare? Roma Musica o Palermo Musica? Neanche per sogno, giacchè Roma e Palermo non esistono - lo dice lo stesso nome del festival . E Mazzarelli, per proseguire nel solco della tradizione inaugurata da Luciana Pestalozza, e coadiuvato anche da altri pezzi da novanta, anche di anni, come Mario Messinis che con Ricordi troppo ha fatto da sempre, dedica quest'anno l'intero festival a Romitelli - compositore di grande valore morto giovane, a poco più di quarant'anni - edito da chi? Ma Ricordi!
Come si vede Milano tiene fede al suo festival e anche quando si allea con Torino non viene meno alla sua missione: vedi Milano e poi... Torino, e basta.
Un'ultima novità, annunciata con squilli di tromba da Micheli e dal segretario generale del festival, l'ing. Colombo: da quest'anno anche i cani possono ascoltare concerti. Ma non tutti i concerti, mentre i cani tutti. Il costo del biglietto 'animalier' dipende dalla stazza, non dalla razza. Chiariamo bene.
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