Prendiamo a prestito, senza esserne autorizzati, il titolo di un avveniristico e rivoluzionario documentario girato da Glen Gould - ma sarebbe meglio dire da lui inventato - e cioè 'L'idea del nord', per suggerire a noi europei della vecchia Europa, dell'Europa del sud, per essere più chiari, che l'idea che ci siamo fatti dei paesi del nord Europa, in fatto di cultura attende di essere aggiornata, anche sulla base di recenti dati resi noti da 'Eurobaromètre', strumento conoscitivo voluto dall'Europa nel lontano 1974, nella speranza di conoscerci meglio in ogni settore - come rileviamo dal numero estivo del nuovo 'Diapason', mensile di musica francese, edito da Mondadori France - e che Mondadori Italia mai e poi mai pubblicherebbe.
L'Eurobaromètre, nel nostro caso, ha registrato la temperatura culturale dei paesi europei e ne è venuto fuori, non tanto inaspettatamente, ciò che tutti temevamo e denunciamo da tempo: la vecchia Europa, culla della civiltà e cultura occidentali, non ama se stessa, mentre l'amano assai di più i paesi del nord Europa, quelli ai quali facciamo sempre riferimento per l'alto numero di suicidi, per il clima che rende difficile la vita in quei paesi, per il welfare all'avanguardia, mai ancora per la cultura.
Ecco i dati. Sconvolgenti.
In Svezia il 90% dei cittadini legge; in Romania ed in Grecia sono invece il 50%. Ancora la Svezia: nel 2013 ben il 61% dei suoi abitanti ha frequentato concerti; in Portogallo la percentuale scende al 19%; il 22% in Polonia e il 33% in Francia.
E per l'opera ed il balletto? Ancora la Svezia in cima alla classifica: il 34%; quattro volte ciò che fanno in Portogallo, Grecia, Cipro, mentre la Francia raggiunge il 25%, superando la Germania e l'Italia.
Il risultato di tale indagine è che tra l'Europa del Nord e l'Europa del Sud c'è un grandissimo divario.
Mentre la Finlandia accresce la frequentazione di arti ed artisti del 12%, in Ungheria, Romania e Grecia, c'è una caduta verticale. Fra le varie nazioni, l'86% degli abitanti della Bulgaria, l'82% dei Maltesi, e l'80% degli Italiani dichiarano di non frequentare nè praticare arte alcuna. L'anno scorso hanno frequentato i concerti 3 Danesi su 4, e meno di 1 su 4 per i Greci.
Colpa della crisi economica? O dell'indifferenza verso l'arte e la cultura dei cittadini al di sotto dei 25 anni? Anche, ma soprattutto nessun interesse dell'Europa, nel suo insieme, a sostenere concretamente la cultura. L'Eurobaromètre segnala poi calma piatta in Europa, dopo la faticosa creazione di ARTE nel 1980, e la fondazione dell'Orchestra dell'ECYO (EUYO) nel 1978.
Ce n'è anche per alcuni paesi, considerati singolarmente. In Italia, ad esempio, a causa dei tagli ai finanziamenti pubblici e dell'intransigenza dei sindacati, i teatri sono condannati a produrre pochissimo, per l'alto costo del personale (in eccesso, e poco impegnato!!! ndr). In Spagna si sono costruiti numerosi teatri e sale da concerto che oggi sono vuoti, perché il pubblico non ha più soldi, come non ve ne sono neanche per pagare i musicisti. Ed anche la Germania, che dopo la caduta del muro ha troppi musicisti professionisti, minaccia di chiudere orchestre e compagnie. La situazione non è migliore nel campo delle trasmissioni radio televisive, nelle quali la cultura è quasi scomparsa; e la presenza di Internet, sebbene in crescita, non ha colmato tale vuoto. A nostra consolazione il cinema, con un aumento dell'1% di spettatori, e l'opera e il balletto che mantengono la loro posizione, assolutamente di nicchia in Europa.
Come si vede, l'Europa della cultura e della Musica non esiste.
(Rapporto EB79.2, n.399, sul sito: ec.europa.eu/public_opinion)
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