Riprendiamo e pubblichiamo
L’Accademia di Santa cecilia, dopo
una votazione andata a vuoto, in gennaio (2012) ha eletto, riconfermandolo,
alla presidenza Bruno Cagli. Alla vigilia della rielezione
l’Orchestra aveva protestato i dirigenti dell’Accademia e Giorgio
Battistelli, apparso in novembre l’unico possibile contendente di
Cagli e che si era dimesso dal Consiglio di amministrazione
dell’Accademia, doveva accusare, per ora, una sonora sconfitta.
C' è chi ha definito l'ultima elezione
di Bruno Cagli alla presidenza dell’Accademia, dopo diciassette
anni di permanenza ai vertici della istituzione romana, come il suo
‘ventennio’. E infatti, alla fine di questo quinto mandato Cagli
sarà stato Presidente dell’Accademia per ventidue anni circa:
ininterrottamente dal 1990 al 1999 ( quando dovette dimettersi prima
della conclusione del suo secondo mandato per la protesta
dell’orchestra che non condivideva il regolamento che Cagli si
accingeva a varare) e poi ancora dal 2003 - a seguito della morte di
Berio, e dopo una breve reggenza di Perticaroli - ininterrottamente
fino ad oggi e per i prossimi quattro anni, terminando così la sua
presidenza-sovrintendenza nello stesso anno in cui terminerà il
contratto di Pappano che, proprio nei mesi scorsi è stato esteso
fino a quell’anno. Cosa farà Pappano non è chiaro ancora,
quantomeno non del tutto; cosa farà Cagli, si dà per certa - così
dicevano i bene informati - la sua sconfitta ad opera di
Battistelli; il quale, presidente in pectore, alla prossima tornata
elettorale sicuramene avrà la meglio su Cagli;, questa volta ha
preso solo 18 voti contro i 45 di Cagli. Nei prossimi quattro anni,
Battistelli avrà modo di fare la sua campagna elettorale. Della
quale le linee programmatiche ha già illustrato per sommi capi nelle
interviste rilasciate alla vigilia del voto - troppe! In quelle
interviste Battistelli annunciava che, a seguito di una sua
vittoria, avrebbe scisso l’eccessivo potere riunito nelle mani di
una sola persona, ai vertici dell’Accademia : Presidente
/Sovrintendente /Direttore artistico. E forse ha ragione, sotto
questo profilo, come ha ragione pure quando dice che sa- rebbe
opportuno che l’Accademia avesse orecchie più tese verso i
musicisti italiani, vistosamente snob- bati dalla attuale direzione
concertistica, a favore di quelli stranieri, vedi un po’ portati
da certe agenzie ( storia vecchia!), salvo poche eccezioni. In
realtà un occhio di favore verso alcuni musicisti, accademici
ceciliani, anche per garantirsi – perché no – il loro appoggio
nelle varie tornate elettorali, Cagli l’ha sempre avuta. Tutto il
mondo è paese! Poi Battistelli contesta alla gestione Cagli una
eccessiva spesa per attività che non rappresentano il fine
‘primario’ dell’Accademia. E cita il caso ’Opera Studio’
rivolta ai cantanti, la cui esistenza in Accademia - lo abbiamo
scritto tante volte prima di Battistelli - è un lusso che il
‘rossiniano’ Cagli si permette. Battistelli accenna ancora alla
presenza del Museo di strumenti musicali, di recente costituzione
all’interno del complesso dell’Auditorium, ed anche in questo
caso ha ragione. Quegli strumenti potevano onorabilmente finire al
Museo nazionale di Piazza santa Croce in Ge- rusalemme, in bella
compagnia della celebre collezione nazionale. Dove, invece,
Battistelli non ha un briciolo di ragione è quando dice che la
Bibliomediateca è una spesa eccessiva e, per lui, inutile. La
battaglia doveva farsi al momento in cui Berio, con l’opposizione
di tanti, Petrassi compreso, spogliò la Biblioteca del Conservatorio
di Santa Cecilia di tutto il materiale cartaceo che apparteneva
all’Accademia. Si disse, allora, che non era conveniente né
logico spostare quel materiale che per il mondo degli studiosi e per
tutti i cataloghi internazionali, risultava depositato a Via
Vittoria. Berio se ne infischiò, avendo dalla sua anche l’incauto
direttore del Conservatorio dell’epoca, il quale sperava in favori
da parte di Berio che puntualmente non ebbe. Ritrasferire la
biblioteca a Via Vittoria comporterebbe oggi una enorme spesa, e poi
i libri ben conservati ed una biblioteca efficiente come l’attuale
- a differenza dell’Opera Studio, che sarebbe più logico attivare
presso l’Opera di Roma, e del Museo che a Santa Croce avrebbe la
collocazione naturale - per il compositore Battistelli dovrebbe
essere un punto d’onore ed un vanto e non un peso da scrollarsi di
dosso. Infine l’avveniristica iniziativa di riunire le due
massime orchestre della capitale ( Accademia ed Opera) una volta
l’anno, per un evento - una parolaccia in bocca ad un musicista! -
di portata internazionale, secondo Battistelli. Molto più semplice
sarebbe far sì che Muti diriga l’Orchestra di santa Cecilia – da
quanti secoli non lo fa? – e Pappano quella dell’Opera, in un
normale scambio fra istituzioni, benefico per direttori e
complessi. Basterebbe questo a rendere per certi versi la vita
musicale più normale, ed in linea con i tempi di austerità che
viviamo, ponendo fine alle liti fra primedonne ed alle lotte fra
vicini. Certo è che oggi, nella attuale situazione, e con la
riconferma di Cagli, dopo le battute velenose corse fra Opera e
Santa Cecilia, è impossibile pensare ad un simile normalissimo e
vantaggioso scambio.
Desta comunque qualche sospetto la
proposta di Battistelli, che a noi è parsa come un ramoscello
d’ulivo lanciato a Muti, dietro suggerimento di Nastasi - ancora
lui?- molto amico di Muti e che, nello stesso tempo, ha voluto, per i
prossimi anni, Battistelli compositore ‘residente’ al San
Carlo, dal quale il Nastasi è appena uscito come commissario ed è
rientrato come consigliere di amministrazione, come fosse la cosa più
naturale, egli direttore generale del Ministero. Tra parentesi,
anche i legami di Muti con il San Carlo, storico teatro della sua
città natale, sono ben noti ed hanno la benedizione del presidente
Napolitano. Infine, l’anomalia della odierna riconferma di Cagli -
il gran numero di voti fra i quali anche quelli di tanti giovani
accademici , fatti entrare da Cagli, ma più vicini
‘ideologicamente’ e ‘generazionalmente’ a Battistelli - alla
prossima votazione sarà corretta: i giovani punteranno su
Battistelli che rappresenterà il futuro piuttosto che per Cagli,
ormai a fine corsa. Si spera. Alla vigilia delle votazioni ,
l’Orchestra, la prima volta dopo anni, ha contestato la dirigenza
dell’Accademia con un documento ufficiale; e il presidente, a sua
volta, ha risposto con una lettera ufficiale. Cagli o Battistelli,
la presa di posizione dell’Orchestra ci preoccupa, perché quando
ci si incammina sulla strada pericolosa delle accuse, gravi in questo
caso, non si sa dove si può finire. La Scala e la stessa Accademia
dovrebbero aver insegnato qualcosa.@
P.S. Adesso anche Battistelli, sempre che Cagli si tiri davvero indietro, dovrà vedersela con Dall'Ongaro. e la vittoria dell'uno o dell'altro non è affatto scontata. Ma prima di cantar vittoria, attendiamo che Cagli vada davvero via. Poi ne riparliamo.
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