venerdì 8 agosto 2014

Music@ (marzo-aprile 2012) Cagli rieletto, Battistelli sconfitto. L'orchestra protesta la dirigenza

Riprendiamo e pubblichiamo

L’Accademia di Santa cecilia, dopo una votazione andata a vuoto, in gennaio (2012) ha eletto, riconfermandolo, alla presidenza Bruno Cagli. Alla vigilia della rielezione l’Orchestra aveva protestato i dirigenti dell’Accademia e Giorgio Battistelli, apparso in novembre l’unico possibile contendente di Cagli e che si era dimesso dal Consiglio di amministrazione dell’Accademia, doveva accusare, per ora, una sonora sconfitta.
C' è chi ha definito l'ultima elezione di Bruno Cagli alla presidenza dell’Accademia, dopo diciassette anni di permanenza ai vertici della istituzione romana, come il suo ‘ventennio’. E infatti, alla fine di questo quinto mandato Cagli sarà stato Presidente dell’Accademia per ventidue anni circa: ininterrottamente dal 1990 al 1999 ( quando dovette dimettersi prima della conclusione del suo secondo mandato per la protesta dell’orchestra che non condivideva il regolamento che Cagli si accingeva a varare) e poi ancora dal 2003 - a seguito della morte di Berio, e dopo una breve reggenza di Perticaroli - ininterrottamente fino ad oggi e per i prossimi quattro anni, terminando così la sua presidenza-sovrintendenza nello stesso anno in cui terminerà il contratto di Pappano che, proprio nei mesi scorsi è stato esteso fino a quell’anno. Cosa farà Pappano non è chiaro ancora, quantomeno non del tutto; cosa farà Cagli, si dà per certa - così dicevano i bene informati - la sua sconfitta ad opera di Battistelli; il quale, presidente in pectore, alla prossima tornata elettorale sicuramene avrà la meglio su Cagli;, questa volta ha preso solo 18 voti contro i 45 di Cagli. Nei prossimi quattro anni, Battistelli avrà modo di fare la sua campagna elettorale. Della quale le linee programmatiche ha già illustrato per sommi capi nelle interviste rilasciate alla vigilia del voto - troppe! In quelle interviste Battistelli annunciava che, a seguito di una sua vittoria, avrebbe scisso l’eccessivo potere riunito nelle mani di una sola persona, ai vertici dell’Accademia : Presidente /Sovrintendente /Direttore artistico. E forse ha ragione, sotto questo profilo, come ha ragione pure quando dice che sa- rebbe opportuno che l’Accademia avesse orecchie più tese verso i musicisti italiani, vistosamente snob- bati dalla attuale direzione concertistica, a favore di quelli stranieri, vedi un po’ portati da certe agenzie ( storia vecchia!), salvo poche eccezioni. In realtà un occhio di favore verso alcuni musicisti, accademici ceciliani, anche per garantirsi – perché no – il loro appoggio nelle varie tornate elettorali, Cagli l’ha sempre avuta. Tutto il mondo è paese! Poi Battistelli contesta alla gestione Cagli una eccessiva spesa per attività che non rappresentano il fine ‘primario’ dell’Accademia. E cita il caso ’Opera Studio’ rivolta ai cantanti, la cui esistenza in Accademia - lo abbiamo scritto tante volte prima di Battistelli - è un lusso che il ‘rossiniano’ Cagli si permette. Battistelli accenna ancora alla presenza del Museo di strumenti musicali, di recente costituzione all’interno del complesso dell’Auditorium, ed anche in questo caso ha ragione. Quegli strumenti potevano onorabilmente finire al Museo nazionale di Piazza santa Croce in Ge- rusalemme, in bella compagnia della celebre collezione nazionale. Dove, invece, Battistelli non ha un briciolo di ragione è quando dice che la Bibliomediateca è una spesa eccessiva e, per lui, inutile. La battaglia doveva farsi al momento in cui Berio, con l’opposizione di tanti, Petrassi compreso, spogliò la Biblioteca del Conservatorio di Santa Cecilia di tutto il materiale cartaceo che apparteneva all’Accademia. Si disse, allora, che non era conveniente né logico spostare quel materiale che per il mondo degli studiosi e per tutti i cataloghi internazionali, risultava depositato a Via Vittoria. Berio se ne infischiò, avendo dalla sua anche l’incauto direttore del Conservatorio dell’epoca, il quale sperava in favori da parte di Berio che puntualmente non ebbe. Ritrasferire la biblioteca a Via Vittoria comporterebbe oggi una enorme spesa, e poi i libri ben conservati ed una biblioteca efficiente come l’attuale - a differenza dell’Opera Studio, che sarebbe più logico attivare presso l’Opera di Roma, e del Museo che a Santa Croce avrebbe la collocazione naturale - per il compositore Battistelli dovrebbe essere un punto d’onore ed un vanto e non un peso da scrollarsi di dosso. Infine l’avveniristica iniziativa di riunire le due massime orchestre della capitale ( Accademia ed Opera) una volta l’anno, per un evento - una parolaccia in bocca ad un musicista! - di portata internazionale, secondo Battistelli. Molto più semplice sarebbe far sì che Muti diriga l’Orchestra di santa Cecilia – da quanti secoli non lo fa? – e Pappano quella dell’Opera, in un normale scambio fra istituzioni, benefico per direttori e complessi. Basterebbe questo a rendere per certi versi la vita musicale più normale, ed in linea con i tempi di austerità che viviamo, ponendo fine alle liti fra primedonne ed alle lotte fra vicini. Certo è che oggi, nella attuale situazione, e con la riconferma di Cagli, dopo le battute velenose corse fra Opera e Santa Cecilia, è impossibile pensare ad un simile normalissimo e vantaggioso scambio.
Desta comunque qualche sospetto la proposta di Battistelli, che a noi è parsa come un ramoscello d’ulivo lanciato a Muti, dietro suggerimento di Nastasi - ancora lui?- molto amico di Muti e che, nello stesso tempo, ha voluto, per i prossimi anni, Battistelli compositore ‘residente’ al San Carlo, dal quale il Nastasi è appena uscito come commissario ed è rientrato come consigliere di amministrazione, come fosse la cosa più naturale, egli direttore generale del Ministero. Tra parentesi, anche i legami di Muti con il San Carlo, storico teatro della sua città natale, sono ben noti ed hanno la benedizione del presidente Napolitano. Infine, l’anomalia della odierna riconferma di Cagli - il gran numero di voti fra i quali anche quelli di tanti giovani accademici , fatti entrare da Cagli, ma più vicini ‘ideologicamente’ e ‘generazionalmente’ a Battistelli - alla prossima votazione sarà corretta: i giovani punteranno su Battistelli che rappresenterà il futuro piuttosto che per Cagli, ormai a fine corsa. Si spera. Alla vigilia delle votazioni , l’Orchestra, la prima volta dopo anni, ha contestato la dirigenza dell’Accademia con un documento ufficiale; e il presidente, a sua volta, ha risposto con una lettera ufficiale. Cagli o Battistelli, la presa di posizione dell’Orchestra ci preoccupa, perché quando ci si incammina sulla strada pericolosa delle accuse, gravi in questo caso, non si sa dove si può finire. La Scala e la stessa Accademia dovrebbero aver insegnato qualcosa.@

P.S. Adesso  anche Battistelli, sempre che Cagli si tiri davvero indietro, dovrà vedersela con Dall'Ongaro. e la vittoria dell'uno o dell'altro non è affatto scontata. Ma prima di cantar vittoria, attendiamo che Cagli vada davvero via. Poi ne riparliamo.



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