Ciò che stiamo per scrivere nulla a che a che fare con i meriti dell'ex senatore PSI, e non vuole essere un giudizio sulla sua lunghissima attività di operatore nel settore della cultura, semplicemente la sottolineatura della sua longevità all'ombra della politica.
Sisinio Zito ha fatto un cammino al contrario:da senatore sottosegretario in vari dicasteri, a senatore semplice, poi sindaco, consigliere comunale, a Roccella Jonica, per restare presidente del rinomato locale Festival Jazz, dal quale ascoltiamo il suo grido di dolore unito alla richiesta di aiuto. Il festival quest'anno si terrà, parte subito, parte in autunno, se dio vuole - ha denunciato l'ex senatore che noi, almeno di nome, conosciamo dalla fine degli anni Ottanta del secolo scorso, precisamente dal 1989. E' una storia lontana che giova conoscere.
All'epoca dirigevamo Piano Time, anche se la nostra permanenza alla direzione della rivista si sarebbe bruscamente interrotta agli inizi del 1990, per insanabili dissidi con l'editore, così bravo da mandare a puttane la più importante rivista di musica di quegli anni.
Si allestiva quella grande mangiatoia che fu l'anniversario mozartiano del 1992, a duecento anni dalla morte del grande compositore. Tutta l'Europa si mosse, Italia inclusa, lautamente foraggiata dal Ministero, allora governato da socialisti che, davanti alla ricca mangiatoia, non volevano certo distrarre lo sguardo, per lasciar abbuffare altri. A gestirla il CIDIM di Francesco Agnello, ma direttore delle manovre il socialistissimo Italo Gomez . Quando avemmo fra le mani il programma di quelle celebrazioni, notammo come in esso nulla vi era stato previsto per coinvolgere i musicisti, tantissimi, dei nostri Conservatori, specie gli studenti agli ultimi anni di apprendistato o appena in carriera. Telefonammo ad Agnello per dirgli di quest nostra scoperta, ed egli ci chiese di preparare un progetto in tal senso. Lo preparammo, lo sottoponemmo alla sua attenzione, gli piacque, e decise di inserirlo nel programma delle manifestazioni triennali.
Il progetto, 'Amadeus Giovani' (titolo banale, ma chiaro, e con molta sostanza) si articolava in tre fasi. Veniva richiesto agli insegnanti di pianoforte dei nostri oltre sessanta Conservatori, di inserire nel programma di studio dell'anno, alcune sonate di Mozart; tale studio veniva affiancato da alcuni saggi su tale repertorio che 'Piano Time' pubblicava, a firma di Paul Badura-Skoda, coinvolto nell'intero progetto. Agli stessi insegnanti veniva richiesto di indicare, sulla base di una selezione interna, il candidato da inviare a Palermo, per la successiva tappa del progetto. A Palermo, ospitati gratuitamente, gli allievi prescelti avrebbero dovuto suonare davanti ad una giuria presieduta da Badura-Skoda; dal cui insindacabile giudizio, doveva venir fuori un gruppo di sei /sette pianisti, i quali venivano ulteriormente omaggiati di un corso di perfezionamento con Badura- Skoda, al termine del quale egli avrebbe indicato i due vincitori, non uno solo, per ragioni anche educative che non serve illustrare agli acuti lettori del nostro blog. I due avrebbero poi studiato un repertorio opportunamente scelto da Badura-Skoda, d'accordo con l'autore del progetto, il sottoscritto, e convocati a registrare un CD con quelle musiche, per la cui registrazione, sotto la supervisione del celebre concertista-didatta austriaco, ci si avvaleva di un ingegnere del suono superlativo, il dott. Gallia della Decca. Insomma un bel progetto, a vantaggio dei giovani. E qui entra i scena il senatore Zito, del tutto ignaro del marchingegno inventato da Agnello e nel quale sarebbe stato coinvolto. Agnello, per non gestire da solo la montagna di denaro, in parte buttato nel nome di Mozart, doveva spartirlo con altri enti che si occupavano, come il CIDIM - che restava comunque il maggiore - della promozione della musica. Ad esempio con l'ISMEZ, sigla sibillina per indicare una istituzione di matrice socialista che doveva spartirsi la mangiatoia di quegli anni con il CIDIM, di marca democristiana, o con l'IRTEM, comunista ( Il CIDIM ora tira a campare, l'ISMEZ sembra dare segni di maggiore vitalità; l'IRTEM non sappiamo che fine abbia fatto; nel frattempo è nato il CEMAT, che si occupa di musica d'oggi).
ISMEZ sta per Istituto per lo Sviluppo Musicale del Mezzogiorno. Sisinio Zito ne era allora il Presidente; all'ISMEZ lavorava, dall'interno del CIDIM, con una specie di 'distacco' ma con incarico dirigenziale, Marina Carloni, che poi ne è divenuta presidente.
Insomma Agnello, sapendo di mangiare più di tutti, per tener buoni tutte le altre insaziabili belve affamate, che giravano rabbiose, intorno a quella tavola imbandita, mi chiamò per dirmi che quel progetto, per ragioni che non c'era bisogno che mi spiegasse perchè le capivo bene anche io che ero fuori da tutti i giochi politici, doveva gestirlo l'ISMEZ. E così fu.
Si trattava di un progetto che alla fine costò, credo, un centinaio di milioni, forse centoventi, di lire. Briciole di fronte ai miliardi che amministrò Gomez e la sua corte. Agnello combinò un incontro con Gomez, che avevo in altra occasione attaccato duramente su Piano Time - non mi sfuggirono naturalmente le ragioni di quell'incontro pacificatore, ma per la causa del progetto mandai giù, facendo finta di nulla - al termine del quale mi si disse dell'ISMEZ. Non conosceva quella sigla se non di nome. Mi venne detto di mandare il progetto al senatore Zito il quale, formalmente, doveva approvarlo, approvando anche la previsione di spesa e le modalità di svolgimento, già tutte da me definite, e i tempi del pagamento.
La cosa si svolse nel migliore dei modi; a testimonianza resta oltre che il gran bel ricordo e la riconoscenza di tanti giovani musicisti, il CD registrato e poi pubblicato dalla rivista 'Applausi', quattro o cinque anni dopo la sua registrazione.
Di quel progetto solo un particolare elemento non andò in porto. Era previsto che i due vincitori, dopo la registrazione del CD e di un altro periodo di studio con Badura-Skoda, avrebbero dovuto suonare in parecchie associazioni concertistiche aderenti al CIDIM. Il che non avvenne.
Ricordo una risposta a tale richiesta, che mi colpì particolarmente, quella di Lina Fortuna, allora a capo dell IUC - ma lo era da secoli - e che poi, alla sua morte sarebbe finite nelle mani di sua figlia, dopo che Lei l'aveva ereditata da suo marito. Una integrità mai eguagliata! Lina Fortuna ebbe la sfacciataggine di opporre che nella sua IUC , la presenza di un duo poteva essere letta come 'non professionale', insomma poco seria. Capito? Insomma Lei, che la musica non sapeva dove fosse di casa, ebbe la sfrontatezza di opporre il suo parere a quello di Badura-Skoda. Una vergogna che non le perdoniamo neanche da morta, in nome di quei due giovani pianisti che, ovviamente, hanno poi fatto carriera. Non possiamo perdonarglielo, dopo aver visto, e non solo alla IUC, tante cose strane che ben altra censura avrebbero dovuto meritare dall'integerrima Fortuna, per quanto le riguardava.
Torniamo da dove eravamo partiti. Insomma l'ex senatore Zito, alle soglie degli ottant'anni, è ancora sulla breccia. Come può cambiare il nostro paese se alcuni potenti o ex potenti non mollano mai l'osso, per godersi il riposo meritato?
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