lunedì 28 luglio 2025

Consulta: illegittimo il tetto di 240.000 Euro lordi per gli stipendi di tutti i pubblici dipendenti (da La Stampa)

 E' illegittimo il tetto retributivo per i dipendenti pubblici a 240 mila euro annui. Lo ha stabilito la Corte costituzionale, che pur ribadendo che la previsione di un "tetto retributivo" per i pubblici dipendenti non contrasta di per sé con la Costituzione, ha dichiarato l'illegittimità dell'articolo 13, comma 1, del decreto legge n. 66 del 2014, come convertito, che l'ha fissato nel limite di 240.000,00 euro lordi anziché nel trattamento economico onnicomprensivo spettante al primo presidente della Corte di cassazione. E' in base a tale parametro, come fino al 2014, che il tetto dovrà essere definito con decreto del Presidente del Consiglio dei ministri, previo parere delle Commissioni parlamentari competenti.

Il limite massimo retributivo era stato introdotto con il decreto-legge n. 201 del 2011 per tutti coloro che ricevono emolumenti o retribuzioni a carico delle finanze pubbliche, mediante rinvio allo stipendio del primo presidente della Corte di cassazione. Con il decreto-legge n. 66 del 2014 il "tetto retributivo" è stato invece determinato nel suo ammontare in misura fissa, con una significativa decurtazione del trattamento economico di alcuni magistrati. Per i primi anni in cui la norma ha trovato applicazione essa è stata ritenuta non costituzionalmente illegittima poiché considerata una misura straordinaria e temporanea, giustificata dalla situazione di eccezionale crisi finanziaria in cui versava il Paese. Con il trascorrere del tempo, tuttavia, essa ha definitivamente perso quel requisito di temporaneità, posto a tutela della indipendenza della magistratura e necessario ai fini della sua compatibilità costituzionale.

La Corte costituzionale ha inoltre ritenuto che l'incostituzionalità della norma valga per tutti i pubblici dipendenti.

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