Era il Padiglione dell'Agricoltura. Oggi è un cumulo di macerie. Ci sono passata davanti questo pomeriggio, anche motivata dal vento di protesta che fa eco sui Social Network e nei salotti. Ma la polvere è ancora nell'aria e la respiro proprio dopo aver stortato il naso ai piedi del grattacielo firmato da Zaha Hadid a Citylife, la casa di Generali con il cappello crollato a metà. Allora ferma, in zona Vigorelli, di spalle al triangolo di abitazioni firmate dai BBPR e a pochi passi dalla Parrocchia di Sant'Ildefonso di Carlo De Carli, ho vissuto uno smarrimento estemporaneo di fronte a un angolo di città che non c'è più. E così via Gattamelata non ha più il suo Ignazio Gardella. Inaugurato nel 1961, l'edificio faceva parte dell'orizzonte ovest di Milano, listato fra i beni culturali della Regione Lombardia, ma privo di vincolo.
Il blocco in linea posizionato al numero 5 della strada presentava una facciata rivolta alla città, lunga circa 100 metri, una coordinata ferma e risconoscibile nel contesto espositivo della fiera campionaria che fu. Anche se il fronte era l'elemento centrale del progetto, nonché firma distinguibile di Ignazio Gardella, il resto del disegno restava interessante per la sua ripartizione a fasce orizzontali. La prima era costituita da una zoccolatura con combinazione di lastre in pietra bianca di Vicenza - lo stesso materiale utilizzato anche per i cordoli marcapiano e la pensilina, posta a protezione dell'ingresso - e piastrelle rosse. Su questo basamento poggiava una parete pronta ad alternare il vetro e l'acciaio, a doppia altezza, "scandita dall'incalzante ritmo di aperture verticali realizzate con telai smaltati in ferro rosso e poste tra ritti portanti, sempre in metallo ma neri", si legge sulla descrizione ufficiale del progetto. Concludevano la composizione un coronamento continuo sul tema della losanga - una finezza già parte dell'estetica progettuale dell'architetto. Un occhio dentro: la scala a doppio rampante parallelo era bellissima e legava i piani gli uni agli altri con un'eleganza tanto cara a Gardella.
Dal Censimento Architetture Contemporanee, la struttura, il materiale di facciata, le coperture e i serramenti risultavano in buono stato. La sua colpa? Non avere settant'anni (età con la quale sarebbe stato soggetto a vincolo). Con sessantotto primavere all'anagrafe, la demolizione è stata possibile a livello legislativo con un importo stimato dell'appalto di 6.400.000 euro (comprensivo di progettazione esecutiva, costi della sicurezza e importo lavori), così come riportato nei documenti ufficiali di Fondazione Fiera Milano. Intanto, la stessa, in data 8 maggio 2025, apriva il bando "per la realizzazione del complesso immobiliare in cui RAI allestirà il nuovo centro di produzione e gli uffici". L'avviso diceva così: "Fondazione Fiera Milano ha pubblicato oggi il bando per la presentazione delle manifestazioni d’interesse per l’affidamento dei lavori di costruzione di un complesso immobiliare destinato a edificio polifunzionale e uffici situato nell’area precedentemente occupata dall’ala Nord del centro congressi MiCo. La struttura di oltre 55.000 mq di superficie costruita, compresa tra via Gattamelata e via Colleoni nell’area di proprietà di Fondazione Fiera Milano, sarà realizzata con l’utilizzo di soluzioni tecnologiche sostenibili e di forte impatto architettonico, basate sull’uso del legno che contribuisce in maniera notevole alla sostenibilità ambientale dell’intervento e alla riduzione delle emissioni. Infatti, come ordine di grandezza generale: 1 m³ di legno rispetto a 1 m³ di cemento fa risparmiare circa 1 ton di CO2. Al termine dei lavori l'edificio sarà dato in locazione alla RAI, che provvederà ad allestirlo per renderlo funzionale alle proprie esigenze. L’intervento rientra nell’accordo tra Fondazione Fiera Milano e RAI, siglato nel dicembre 2023, che prevede la locazione del nuovo complesso immobiliare per una durata di 27 anni e consentirà a RAI di accentrare in un unico polo produttivo le attività e di disporre di un asset sviluppato secondo criteri di ecosostenibilità. Il progetto fa parte degli interventi di rigenerazione dell’area urbana della Fiera voluti da Fondazione Fiera Milano e si inserisce nella strategia di valorizzazione del proprio patrimonio immobiliare. L’importo complessivo dell’appalto (comprensivo di oneri per la sicurezza e importo lavori, IVA esclusa) è stimato in circa euro 97.500.000,00".
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