(...)Stefania Battistini è laureata in Scienze della Comunicazione, entra in Rai nel 2004 e attualmente è inviata Speciale del Tg1. Dal 10 febbraio 2022, due settimane prima dell’invasione, segue le vicende legate all’aggressione nei confronti dell’Ucraina. Per questa attività ha ricevuto diversi premi e riconoscimenti, tra cui l’onorificenza dell’Ordine della Principessa Olga da parte della Presidenza della Repubblica d’Ucraina.
Tajani convoca l'ambasciatore
«Ho fatto convocare alla Farnesina l'ambasciatore della Federazione russa in Italia per manifestare la nostra sorpresa a causa della singolare decisione di Mosca di inserire la giornalista Battistini nella lista dei ricercati diramata dal ministero dell'Interno Russo». Lo annuncia su X il ministro degli Esteri Antonio Tajani.
Il servizio nell'area di Kursk
«Siamo entrati nell'area di Kursk scortati da mezzi blindati dell'esercito ucraino. Lo abbiamo fatto nel rispetto delle norme internazionali. Era giusto raccontare questo aspetto della guerra in Ucraina». A parlare al Tg1 lo scorso 17 agosto è la stessta Stefania Battistini, che insieme all'operatore Simone Traini è finita sotto inchiesta in Russia, accusata dai servizi russi (Fsb) di aver «attraversato illegalmente il confine di Stato della Federazione Russa e aver filmato un video nel territorio del villaggio di Sudzha, nella regione di Kursk». I due dipendenti Rai sono stati i primi nel mondo a visitare i territori dell'avanzata ucraina in Russia, con un'esclusiva a livello internazionale.
Così è nato il servizio che ha fatto infuriare Mosca
Lo scorso17 agosto, la giornalista Rai Stefania Battistini in collegamento al Tg1 ha raccontato il dietro le quinte del servizio finito "sotto accusa" da parte del governo russo. I due dipendenti Rai sono stati i primi a entrare a Kursk e a visitare i territori dell'offensiva ucraina.
Lo scoop internazionale
«Abbiamo attraversato il confine russo con una macchina guidata da un militare, insieme al collega Traini» ha raccontato Battistini. «Abbiamo raggiunto le posizioni conquistate dalla brigata ucrina che ci ha portato con un mezzo blindato per raggiungere la prima città conquistata dall'avanzata ucraina. Abbiamo documentato i segni di combattimenti vicino ai palazzi amministrativi e ai centri del potere, il palazzo del comune completamente distrutto, in cui c'era anocra un cadavere a terra, gli edifici vicini danneggiati.»
La giornalista ha specificato che poco dopo dalla stessa area si è collegato anche il reporter della Cnn Nick Peyton Walsh dal territorio del checkpoint russo di Sudzha, dove si trovava anche il New York Times e la televisione Ucraina.
«Era giusto raccontare questa parte del conflitto»
«Seguiamo questo conflitto da 10 giorni prima dell'aggressione russa, mercoledi abbiamo pensato fosse giusto mostrarvi anche questa parte della guerra» ha proseguito la giornalista. «In guerra il racconto è sempre parziale, possiamo raccontarvi solo cio che ci è consentito vedere e documentare, ci sembrva importante esserci e raccontare quella parte della realtà».
La giornalista ha specificato inoltre che durante il servizio sono state seguite tutte le norme internazionali, a partire dall'art 4 della Convenzione di Ginevra che tutela i reporter che seguono eserciti in aree di conflitto: «Eravamo chiaramente visibili e identificabili con la scritta press, differenziati dai militari».
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