Era una sarda molto orgogliosa, e grande amante della sua terra.
Parlando del suo ultimo libro, ‘Tre Ciotole. Rituali per un anno di crisi’, aveva detto a Cazzullo pochi mesi fa: “È il racconto di quello che mi sta succedendo, diagnosi compresa. Un carcinoma renale al quarto stadio, da qui non si torna indietro”.
“Il cancro è una malattia che può crescere per anni senza farsene accorgere, in questo senso è una male gentile. Io mi sto curando con un'immunoterapia a base di biofarmaci che non attacca la malattia, ma stimola la risposta del sistema immunitario. L'obiettivo è guadagnare tempo, per sradicare il male ormai è troppo tardi”, aveva aggiunto.
“Le metastasi sono già ai polmoni, alle ossa, al cervello. Non posso e non voglio fare guerra al mio corpo, a me stessa. Una battaglia presuppone sconfitti e vincitori, io conosco già la fine della mia storia, ma non mi sento una perdente. La morte non mi sembra un'ingiustizia: ho 50 anni ma ho vissuto 10 vite, ho fatto cose che la stragrande maggioranza delle persone non fa in una vita intera. Cose che non sapevo neppure di desiderare”, aveva concluso.
A metà luglio aveva sposato il compagno Lorenzo Terenzi per potergli garantire alcuni diritti.
Solo pochi giorni fa, ormai molto provata, aveva postato le ultime parole social. Circondata dai suoi affetti, la sua grande famiglia “queer”, come la chiamava, Michela aveva condiviso: “Svegliarsi alle 23 sotto morfina e sentirli di là felici”.
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