Cominciamo dalla fine, da quell'Inno a Roma, sul quale si sono particolarmente incentrate le critiche a quel concerto. Fra parentesi, nonostante diriga in tutto il mondo - il suo di mondo, che è piccolo piccolo - ancora non ci è capitato di leggere una critica né di quel concerto né della direzione di Beatrice Venezi a Luca e altrove. Chissà perchè. Si ha paura di dispiacere ai suoi potenti protettori? Politici, non musicali, che non merita di averne.
Abbiamo detto cominciamo dalla fine. Dopo l'antologia pucciniana, discutibilissima nelle scelte ( e noi parliamo per esperienza diretta , perchè per una decina d'anni abbiamo confezionato, per incarico di Rai 1, il programma del Concerto di Capodanno dalla Fenice) nella quale la parte del leone l'ha fatta Tosca - stancando noi e, siamo convinti, anche il pubblico in piazza - la Venezi, vestita da gran sera, inadatta ad un podio semmai ad una passerella, in elegante vestito nero ( Valentino?), ingioiellata a dovere ( collier e orecchini di brillanti con smeraldo) - semplicemente ridicola - ha preso il microfono ed ha introdotto l'ultimo brano del concerto, il brano della discordia, l'Inno ma Roma - sul quale già il Comitato delle celebrazioni aveva manifestato qualche opposizione, di cui Lei, protetta da Meloni e consigliera di Sangiuliano, si è bellamente fregata.
I latini dicevano : excusatio non petita, accusatio manifesta. Che tradotto in bello italiano sta a dire: chi ti ha chiesto niente? C'hai la coda di paglia? perchè vuoi giustificare l'esecuzione di un brano pucciniano che, in altra occasione e non diretto da te - le cui idee politiche sono ben note, quelle tue e della tua famiglia - non avrebbe suscitato nessuna critica? Lo abbiamo scritto nei giorni scorsi, non serve ripeterci.
Che ha detto? che l'Inno è stato scritto alla fine delle grande guerra, senza nessun intento politico dietro richiesta dell'allora sindaco di Roma; più tardi alcuni partiti politici, il Fascismo prima e poi il MSI, l'hanno fatto proprio ecc... E poi le parole famose: 'spero che il popolo italiano si riconcili con la propria storia - con quest'Inno? ma sai quello che dici?- e soprattutto che l'arte e la cultura tornino al centro'. Parole al vento e senza senso.
E ora un qualche appuntino alla direttrice vestita 'da sera'. Beatrice Venezi è più interessata a se stessa che a qualunque musica diriga, lo si capisce immediatamente, è piuttosto l'orchestra che dirige Lei e non il contrario, come dovrebbe essere; tralasciamo gli attacchi sbagliati e quella sua insana capacità di rendere tutto uguale tutto noioso, nonostante sul podio si agiti anche troppo, agiti anche i capelli se sciolti, ed assuma pose da direttore navigato e sicuro di sé, quale Lei non è. Le orchestre che lei dirige diciamo 'più stabilmente', in Italia, senza che nessuna delle due si offenda, sono orchestrine: la Nuova Scarlatti e I pomeriggi musicali.
Infine, perchè l'Orchestra del nuovo Teatro Carlo Felice e non, mettiamo, la Scala, se bastavano pochi soldi in più di quanto è costata l'orchestra genovese ( 67.000 Euro, è stato scritto e per questo la si è accusata) ? A nessuno viene in mente che la Venezi, con tutta la sua fama (?) internazionale, nelle istituzioni più importanti del nostro paese e del mondo non ha messo ancora piede? Perchè?
E poi la ripresa. Effettuata da uno studio milanese e poi presa da Rai Cultura, da Silvia Calandrelli, che l'ha trasmesso su Rai 5, alla quale sarà arrivata una strigliata di Meloni e dei suoi: ma come, non ti abbiamo messo alla porta e tu non trasmetti il concerto della nostra pupilla? Chissenefrega se non sa dirigere, al popolo va bene tutto. E 'la sciagurata ubbidì'.
Nessun commento:
Posta un commento