Carriere artistiche costruite con le mazzette, cartelloni pilotati dalle grandi agenzie delle voci della lirica, appalti truccati e nepotismo politico: la procura di Torino alza il velo sul mondo dorato dell’opera, che nasconde però intrighi, corruzioni e veleni. Non solo il teatro Regio è toccato dall’inchiesta coordinata dai pm Elisa Buffa ed Enrica Gabetta, che si è chiusa con cinque indagati. Anche la fondazione Pergolesi di Jesi avrebbe subito le influenze di questo sistema e c’è il sospetto che diversi altri teatri d’opera, tra i principali del panorama italiano, possano non esserne rimasti immuni.
William Graziosi, ex sovrintendente del Regio, Alessandro Ariosi, il manager di celebrità come il tenore Placido Domingo e il direttore d’orchestra Daniel Oren, Roberto Guenno, corista diventato in men che non si dica braccio destro del Soprintentente, Andrea Paolo Maulini, esperto di marketing e titolare di una cattedra all’università di Bologna, e infine Priscilla Alessandrini, consulente che avrebbe vinto in maniera irregolare appalti per decine di migliaia di euro a Torino. Sono loro i cinque nomi che compaiono nell’avviso di conclusione indagini accusati a vario titolo di corruzione, concussione, turbativa d’asta e traffico di influenze illecite.
L’idea dei magistrati e dei finanzieri del Nucleo si polizia tributaria di Torino, è che ci fosse un preciso patto tra Graziosi e Ariosi, che risaliva al 2015, quando Graziosi era direttore generale della fondazione di Jesi e ambiva a scalare i teatri più importanti: il manager degli artisti lo avrebbe costantemente ripagato con somme di denaro e il sovrintendente avrebbe disegnato, dalla sua posizione, stagioni d’opera che davano spazio quasi esclusivamente agli artisti della sua agenzia, imponendo di fatto un monopolio nel mercato artistico italiano.
Lo aveva denunciato apertamente il regista della Traviata degli specchi, Henning Brockhaus, cui Graziosi avrebbe chiesto una tangente da cinquemila euro per un ingaggio al Teatro dell’opera di Astana in Kazakistan. Anche perché quell’episodio la procura di Torino accusa l’ex sovrintendente di concussione.
Grazioso sarebbe arrivato al vertice della fondazione lirica torinese grazie a Roberto Guenno che sfruttava la conoscenza stretta con la sindaca Chiara Appendino e in cambio avrebbe ottenuto un avanzamento di carriera passando da semplice corista al vertici dell’amministrazione.
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