lunedì 22 marzo 2021

Riccardo Muti a Palermo. Dirige al Massimo, visita la città e dice: tutta la Sicilia dovrebbe essere piena di orchestre ( da La Repubblica, di Mario Di Caro)

 Scherza con gli orchestrali, raccomanda al cameraman alle sue spalle di riprendere le ragazze dell'orchestra anziché la sua schiena "perché non ho stirato la giacca", duetta con il sindaco Orlando seduto nel palco Bellini: "Tutta la Sicilia dovrebbe essere piena di orchestre", tuona. Riccardo Muti al teatro Massimo è uno spettacolo nello spettacolo, senza pubblico, purtroppo: il maestro è un gigante sul podio che sfida il silenzio del teatro pieno solo della "sua" Orchestra giovanile Cherubini, dando fondo a insospettabili doti di istrione e alla sua miniera di aneddoti.

Il primo giorno di Muti a Palermo rivela così un mattatore che alterna severità e paternalismo, non esita a interrompere la registrazione del concerto per la web tv del Massimo dicendo che "questo non è un suono, è una sciabolata" ma un minuto dopo è pronto a ironizzare sulla stazza di un orchestrale che vorrebbe incolpare le tappe di Napoli e Palermo come le meno indicate per stare a dieta. Nel breve intervallo tra le due sinfonie Muti ammira una volta di più il maestoso sipario di Giuseppe Sciuti che già in mattinata, durante la prova, aveva attirato la sua attenzione perché il re ritratto  è Ruggero e non il suo amato Federico II. Ai giovani orchestrali, infatti, ha raccomandato di non lasciare Palermo senza aver prima visitato la tomba di Federico in cattedrale. Ed egli stesso a fine concerto dice ai cronisti "voglio andare a visitare il mio Federico II: a casa ho una parete piena di Federico a cui tutti dobbiamo molto. Ho persino comprato un pezzetto di terra, in Puglia, a un chilometro dal suo castello".

In programma ci sono due sinfonie, la terza di Schubert e la nona di Dvorak e alla fine, dopo qualche strigliata e tanti sorrisi, dice "complimenti" ai suoi ragazzi. Ma non basta. Intima, in pratica, al sindaco di scendere in platea, dove ci sono già il sovrintendente del Massimo Francesco Giambrone, il direttore artistico Marco Betta, il vicepresidente Federico Ferina, il direttore di palcoscenico Ludovico Raiata, per perorare la causa dei giovani musicisti. "Sono felice di essere in questo meraviglioso teatro però io faccio un appello da cinquant'anni: che senso ha centuplicare i conservatori se poi i musicisti restano disoccupati? La missione di questi ragazzi è la crescita della società, loro danno tutto perchè hanno speranza ma se uno soltanto di loro sarà costretto ad appendere lo strumento al chiodo sarà un crimine". Orlando gli fa da spalla e chiama il ministro della Cultura Franceschini, e l'appello di Muti si rinnova attraverso il telefonino del sindaco. Di certo c'è che Muti e l'orchestra giovanile li rivedremo in Sicilia il 14 luglio, al teatro antico di Taormina, una data entro la quale si spera che i teatri potranno riaprire.



La giornata di Muti a Palermo era cominciata col tampone di rito in teatro: accolto dal sovrintendente, che ha presentato al maestro il suo staff ricevendo i complimenti, Muti è arrivato con la moglie Cristina e con un cagnolino maltese con la macchina messa a disposizione da uno sponsor. Giambrone lo ha accompagnato in camerino dove sono state affisse le locandine dei suoi ultimi concerti al Massimo e la locandina di una "Gioconda" diretta dal maestro di Muti, Antonino Votto. Muti si è sorpreso della complessità dei programma presentato a Palermo.


Il benvenuto è stato rappresentato da caffè e pasticcini di mandorla, offerti rispettivamente da Morettino e dal bar Costa. Poi è stato avvicinato da un ex componente dell'Orchestra Cherubini ora in forza al Massimo ma come sostituto: sabato, per il Requiem di Verdi non ci sarà e Muti ha bonariamente rimproverato Giambrone di averlo privato di un "cherubino", come vengono chiamati i giovani orchestrali di Ravenna. "Il fatto che con noi scherzi è importante perché lo vediamo sereno e questo ci trasmette serenità - dice il palermitano Francesco Paolo Morello, che suona la viola nella Cherubini - La tomba di Federico II? Io l'ho già visitata".

Si finisce con una foto di gruppo in platea: il maestro è felice, i suoi ragazzi, pure, lo staff del Massimo è al settimo cielo.

Nessun commento:

Posta un commento