martedì 30 marzo 2021

Pappano lascerà anche l'incarico a Roma ma non Santa Cecilia, dove continuerà a tornare come ospite

La domanda che cosa farà Pappano con Santa Cecilia, quando nel 2023 terminerà il suo ennesimo contratto, avviato di fatto nel 2003 e formalmente nel 2005, giacché a far data dal gennaio 2024 sarà direttore 'principale' della LSO, come è stato appena annunciato, ha ora una risposta. Non andrà via definitivamente da Roma, ma lascerà l'incarico stabile di Direttore musicale a Santa Cecilia, pur continuando a dirigervi come 'ospite'. (Pappano assumerà l'incarico a settembre del 2023, quando terminerà l'incarico a Roma, e si insidierà  di fatto nella primavera dell'anno successivo, quando terminerà anche il ventennale incarico al Covent Garden).

E' assai verosimile che nel teatro che ha diretto per decenni, e che è a due passi da casa,  come a Roma, continuerà a dirigervi, senza però incarico stabile.

 Dunque nel futuro di Pappano c'è il ritorno stabile a casa, a Londra. Mentre  l'Italia sarà il paese nel quale verrà a fare le vacanze, avendo una casa in Umbria; e ad onorare la memoria di suo padre nel paese natale dei suoi genitori, in quel di Benevento, dove ogni anno ricorda la figura di suo padre, insegnante di canto, con un concerto.

 Pappano  dunque cerca una situazione professionale più tranquilla, di tutto riposo; bando ai viaggi continui, alle decine e decine di recite operistiche sinfoniche fra Roma e Londra. Ed è anche normale per un direttore che negli ultimi trent'anni ha avuto tutto o quasi. Ha diretto tutto quel che ha voluto, si è fatto amare da orchestre e pubblico, ed ha avuto dalla sua, una critica sempre favorevole, se non entusiasta. Un pò sospetta. Come ci fosse un complotto, ma a suo favore. Noi che pure siamo stati suoi estimatori della prima ora, altrimenti non avremmo pubblicato già nel 2007 la sua prima biografia, abbiamo visto con qualche sospetto il fatto che mai una riga sia uscita minimamente critica nei confronti della sua attività. Quando è troppo è troppo. Ah, sì, forse una volta abbiamo letto qualcosa che non era proprio un elogio, e fu sul Corriere a firma Girardi,  che criticava il suo Bach ( Passione secondo Matteo), nè carne nè pesce.  E noi allora, se ben ricordiamo, ne difendemmo la scelta stilistica e di organico su Giornale.

 Dopo una già lunga carriera,  numerose tournée in mezzo mondo, una montagna di registrazioni discografiche, cos'altro potrebbe desiderare un direttore che avrà sessantacinque anni nel 2024? Un pò di tranquillità che è forse l'unica cosa che non ha mai avuto da quando ha esordito alla Monnaie di Bruxelles. E della quale potrebbe oggi sentire il bisogno.

Nessun commento:

Posta un commento