Poco dopo l’ora di pranzo Roberto Speranza, Franco Locatelli e Silvio Brusaferro arrivano a Palazzo Chigi. Il ministro della Salute e i due scienziati del Cts (Comitato tecnico scientifico) sono convocati da Mario Draghi. Il presidente del Consiglio appare preoccupato dal contesto europeo, e da un bollettino che fa registrare nelle ultime 24 ore ancora tantissime vittime, 551. Ecco perché, assieme al ministro della Salute e ai vertici del Comitato tecnico scientifico Brusaferro e Locatelli, l’ex governatore della Bce passa in rassegna l’evoluzione dei contagi nelle varie aree del Paese, l’andamento delle terapie intensive soffermandosi laddove si è superato il livello di guardia.
Nell’ora e mezzo di confronto Draghi desidera conoscere ogni numero. Insomma, il suo vuole essere un monitoraggio a tutto tondo in vista del prossimo decreto. Nel corso dell’incontro non sarebbero state esaminate le misure del provvedimento che seguirà al decreto legge in scadenza il 6 aprile. Draghi vorrebbe allentare le restrizioni ma solo se ci sarà una riduzione del numero dei contagi. Di questo si occuperà la cabina di regia che dovrebbe essere convocata già oggi e che esaminerà, fra le altre cose, il delicato dossier scuola. Diversi ministri invocano il ritorno in classe fino alla prima media, anche in zona rossa. E d’altro canto lo stesso Draghi aveva promesso che «la scuola sarà la prima a riaprire non appena le condizioni lo permetteranno». Posizione confermata dal ministro dell’Istruzione, Patrizio Bianchi, durante l’incontro in videoconferenza con Comuni e Province: «Lavoriamo giorno e notte per poter riaprire a partire dai più piccoli che devono essere i primi a poter tornare in classe».
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