giovedì 4 marzo 2021

Cantanti d'opera, la terapia post Covid che spopola a Londra ( da Corriere della Sera, di Sara Gandolfi)

 Anche la respirazione (e il canto) possono aiutare a recuperare la salute e una vita normale dopo il Covid-19. È la sfida lanciata dai cantanti lirici della English National Opera e dall’ospedale Imperial College di Londra che hanno sviluppato un programma di sei settimane con lezioni vocali personalizzate per aiutare a ripristinare la capacità respiratoria dopo il contagio. La maestra Suzi Zumpe, che di norma allena giovani cantanti alla Royal Academy of Music, o Garsington Opera, ora lavora quasi esclusivamente sulla piattaforma Zoom, con persone in convalescenza da Coronavirus. Ovviamente, dietro prescrizione del medico curante. Chiamato Eno Breath, il programma di cura offre ai pazienti lezioni con esercizi di recupero clinicamente testati, ma rielaborati da tutor di canto professionisti e consegnati online. 

 

Le compagnie d’opera sono state particolarmente colpite dai lockdown decretati in quasi tutti i Paesi del mondo. In Gran Bretagna, come in Italia, la maggior parte dei cantanti non si esibisce dal vivo ormai da un anno, e solo i più noti o fortunati hanno potuto partecipare a spettacoli in streaming. Così la English National Opera, una delle due principali compagnie britanniche, ha deciso di reindirizzare le proprie energie verso qualcosa di socialmente utile. 

All’inizio della pandemia, il dipartimento del guardaroba ha realizzato dispositivi di protezione d’emergenza per gli ospedali. Lo scorso settembre, la compagnia ha offerto una «esperienza di opera drive-in», con un’esibizione ridotta de La Bohème di Puccini trasmessa su grandi schermi in un parco di Londra. Nello stesso mese ha iniziato a sperimentare il programma medico. «L’opera è radicata nel respiro, abbiamo capito che avevamo qualcosa di importante da insegnare», dicono oggi alla English National Opera. Hanno trovato un’alleata importante nella dottoressa Sarah Elkin, specialista in respirazione all’Imperial College, che da tempo si arrovellava su come trattare sul lungo termine i pazienti che lamentavano affanno. I benefici sui primi dodici «allievi» sono stati immediati. «Pochi esercizi di respirazione hanno fatto subito la differenza, il programma mi ha aiutato fisicamente e anche mentalmente, riducendo l’ansia», assicura uno di loro. Ora il programma riabilitativo post-Covid verrà esteso in altri ospedali dell’Inghilterra, con la speranza di raggiungere almeno 1000 ex pazienti, se si troveranno i fondi necessari. 

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