Il nome di Sposetti fa venire alla mente l'irriducibile difensore della diversità del PCI in fatto di finanziamenti, nel caso specifico di quelli provenienti dall'URSS. Egli è stato per molti anni il tesoriere del DS e delle sue filiazioni meno a sinistra e più al centro. Il suo ruolo nel PD di Renzi è stato affidato dal segretario a Bonifazi, che i giornali di un'estate fa, davano legato alla Maria Elena, la zarina- ma questi sono fatti loro che a noi non interessano, oltre il puro fatto di cronaca.
Ciò che invece ci interessa ora è la svolta cristiana dell'antico tesoriere, oggi senatore, il quale nella difficile lotta per far passare in Parlamento la riforma dei vitalizi, compreso il suo qaundo ne avrà diritto, dopo che sarà uscito dal Parlamento, s'è fatto difensore di vedove e orfani.
Non si possono riformare i vitalizi - e noi diciamo: tutto quell' altro schifo di privilegi che si portano appresso - dimenticando, va gridando Sposetti, che qualora venissero riformati sulla falsariga di tutti i pensionati italiani, un migliaio di vedove italiane che sono state al fianco di altrettanti politici che negli anni in cui erano al potere, si sono sacrificati/e per il bene del paese (e qui una risata fragorosa viene spontanea) verrebbero gettate in mezzo alla strada, non usufruendo più della reversibilità della pensione dei loro mariti, nella misura in cui lo prevede la legge sui vitalizi ( altro schifo sul quale Sposetti passa sopra, dimenticando che la legge della reversibilità è assai più infame nei confronti delle vedove dei cittadini comuni).
Sposetti ha promesso che darà battaglia sull'argomento, in nome del suo nuovo credo cristiano che vuole che si difendano i più deboli, come vanno considerati anche vedove ed orfani di ex parlamentari, comodo Sposetti.
Il bello è che dietro di lui c'è già la fila di altrui parlamentari, uno su tutti Zanda, i quali dichiarano in pubblico che loro la riforma dei vitalizi la voterebbero, qualora si riuscisse a portarla in aula; ma temono con grande dispiacere che questo, per i tempi tecnici delle discussioni e votazioni in Aula, nell'attuale legislatura ormai agli sgoccioli, non accadrà.
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