E' appena uscita per i tipi del Saggiatore una nuova edizione della celebre raccolta di scritti musicali di Alberto Savinio, SCATOLA SONORA, che aveva visto la luce poco dopo la morte dell'autore, nel 1955, presso Ricordi e poi era stato ripubblicato negli anni Settanta, da Einaudi, a cura di Luigi Rognoni, che aveva preso, in buona sostanza, la prima edizione curata da Fausto Torrefranca, vi aveva aggiunto qualche altro scritto; l'aveva arricchita anche con una sua introduzione 'Itinerario musicale di Savinio' - che il curatore dell'attuale edizione per il Saggiatore, Francesco Lombardi, ha scimmiottato (tanto valeva ripubblicare quella 'd'autore' di Rognoni) - e aveva affidato a Riccarda Vigini la cura delle fonti e della datazione, ove possibile, dei singoli articoli, fonti e date assai lacunose.
Francesco Lombardi ha ripreso l'edizione precedente e vi ha aggiunto una cinquantina di nuovi articoli, 52 per la precisione, che diventano 49, perchè 3 della precedente edizione li ha cassati, sostituendoli con altri, attinti a fonti diverse dalle precedenti, ma di analogo contenuto, e più completi. E, in fondo, un saggio di Mila De Santis su Savinio: La Scatola sonora di Savinio. La critica come invenzione.
Il titolo della raccolta è il medesimo di una rubrica di Savinio sul settimanale 'SecoloXX', al quale cominciò a collaborare addirittura negli anni Venti.
Ma il grosso del corpus degli articoli ripresi si deve far risalire al periodo fra le due guerre ed ancor più agli anni del secondo conflitto mondiale e successivi.
C'è una fonte che vediamo citata per la prima volta nella raccolta del Saggiatore, nonostante che da essa nelle raccolte precedenti sia stata attinta una quindicina di articoli, senza mai nominarla, perchè 'non identificata'. Da quella stessa fonte che viene ora indicata con precisione anche di date, la raccolta curata da Lombardi attinge altri 9 articoli, alcuni belli sostanziosi, che li porta al totale di 25: una ricca silloge che mette quella rivista, che mai era stata nominata prima d'ora, fra quelle alle quali Savinio aveva prestato la sua collaborazione con maggiore assiduità, e non solo con scritti di argomento musicale, è bene specificarlo, proprio durante gli anni della Seconda guerra mondiale, e cioè 1941-1943.
Quella rivista, innominata fino a qualche anno fa, precisamente ai primi anni Duemila, quando una ricerca puntuale l'aveva fatta conoscere al mondo dei non studiosi ed anche agli stessi studiosi ( anche il prof. Alessandro Tinterri, studioso di Savinio, interpellato dall'autore della ricerca, rispondeva che ne conosceva appena il nome, senza averla mai sfogliata anche perché di difficile reperimento).
Si trattava di un mensile, intitolato 'Documento' edito dal gennaio 1941 a giugno 1943, 25 numeri in totale, dall'editore 'Documento', di proprietà di Federigo Valli, uomo del regime, ma di indiscussi meriti, in tempi tanto difficili; meriti editoriali che vanno dalla pubblicazione della rivista a quella di opere letterarie ( Moravia pubblico la prima edizione di 'Agostino', Lele D'amico, la prima biografia di Goffredo Petrassi ecc...) anche di autori stranieri, fatti tradurre da letterati italiani, in edizioni numerate molto curate., ricercatissime dai bibliofili.
Se si scorre l'indice di 'Scatola sonora' redatto dalla Vigini, nell'edizione Einaudi curata da Luigi Rognoni, mai vi si legge il nome della rivista 'Documento', nonostante che da essa erano stati attinti ben 16 articoli. Vi sono anche altri articoli dei quali la Vigini non riesce a rintracciare la fonte, ma desta qualche sospetto il fatto che 'Documento' non venga mai citato.
L'autore di quello studio su 'Documento' un'idea se l'era fatta a giustificazione di quell'assenza. A cominciare da Savinio e proseguendo anche con il curatore Rognoni e la stessa Vigini ( a differenza di Torrefranca che mette dentro la prima edizione tutto quello che riesce a trovare a firma Savinio, o con gli pseudonimi che s'incontrano anche in 'Documento' senza curarsi delle fonti), avevano voluto ignorare di proposito la collaborazione effettuata, durante gli anni del regime, ad una rivista 'finanziata dal regime' . Ma se solo si avesse la voglia di guardare all'elenco dei collaboratori di quella rivista, la crema della cultura e dell'arte dell'epoca, finanziata con i soldi del regime, ci si rende conto che le altre riviste anche dopo di quella, impallidiscono al confronto ( un elenco dettagliato è stato pubblicato dalla rivista 'Nuova storia contemporanea' nel 2007, in un saggio dedicato alla collaborazione di Moravia al mensile 'Documento').
Ora la prima volta che riemerse all'oblio quella rivista, fu per merito di Rosanna Buttier che nel 1987, pubblicò presso Bulzoni, un piccolo ma prezioso testo intitolato 'Savinio giornalista', nel quale elencava le testate per le quali, in vari campi, Savinio aveva scritto.
Le edizioni successive di 'Scatola sonora', anteriori alla presente, del Saggiatore, hanno bellamente ignorato quella ricerca che avrebbe potuto fornire di alcuni articoli usciti nella silloge fonte e data. E forse, ricorrendo alla fonte - ripetiamo: di non facile reperimento - farne scoprire degli altri.
Come accadde all'autore di quello studio, fortunatamente, agli inizi degli anni Duemila, semplicemente perchè la raccolta di 'Documento', sebbene incompleta, le venne mostrata da una sua carissima amica, Alice Valli, figlia dell'editore Federigo. Sfogliarla e leggervi una quantità enorme di tesori soprattutto letterari fu la felice scoperta. Riuscì in seguito a procurarsi i numeri mancanti, con qualche difficoltà, e alla fine potè analizzare la collezione completa di 'Documento' .Quale non fu la sua sorpresa quando si accorse che in quella rivista, relativamente a Savinio, c'erano molti degli articoli pubblicati in 'Scatola sonora', dei quali neppure una volta era stata indicata la fonte e la data di pubblicazione; e che una decina, 9 per la precisione, di altri articoli contenuti in 'Documento', non comparivano in 'Scatola sonora', e che dunque erano da considerarsi, a tutti gli effetti, come degli 'inediti'.
Decise allora, l'autore di quello studio, di pubblicarli in appendice al suo studio, su 'Nuova storia contemporanea', alla fine del 2002, dal titolo: Il 'Documento' rimosso di Savinio.( Anno VI,N.6, Nov.-Dic 2002).
Tornando alla edizione appena uscita presso Il Saggiatore, sorprende che il curatore, Francesco Lombardi, che sicuramente ha avuto sotto gli occhi quello studio ed anche i testi inediti, che lì vi figurano come appendice e che lui ha ripreso e ripubblicato (senza quello studio non sarebbe mai venuto a capo della fonte e dei materiali completi, se ne può avere matematica certezza) non si sia sentito in dovere professionale almeno di citarlo quello studio e magari anche il suo autore, ringraziandolo, come ha fatto con altri che l'hanno aiutato nella ricerca.
Forse ci penserà nella prossima ristampa.
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