giovedì 31 agosto 2017

CROCETTA e mestizia, mestizia al cor... della Regione Sicilia

Qualche giorno fa, ospite di 'In Onda' de La 7, Umberto Galimberti (da non confondere con Paolo Garimberti,  giornalista di Repubblica che un noto salotto di Via Condotti, frequentato anche da Gianni Letta mandò a comandare in Rai!) ha spiegato la triste sorte del popolo italiano in rapporto ai suoi politici, di livello bassissimo - ha detto, senza mezzi termini - che una volta eletti badano al proprio tornaconto piuttosto che interessarsi ai bisogni della popolazione, e che - ha aggiunto - una volta eletti ed assaporato il potere non schiodano mia, anche perchè - ha concluso amaramente - dopo essere stati in politica per dieci quindici anni, e forse anche più,  non avendo mai svolto attività alcuna oltre quella politica, che  lavoro potrebbero fare nella società? non sanno far nulla!

Il ragionamento di Galimberti cade ' a fagiolo' sulla discussione di questi giorni  sulle prossime elezioni regionali siciliane, per le quali il governatore uscente, intende ricandidarsi, a dispetto di ciò che vorrebbe il suo partito che avrebbe già candidato il rettore dell'Università di Palermo.

Crocetta è indignato. Con la sua ricandidatura egli vorrebbe a che dal suo partito un riconoscimento politico del suo operato, in netta discontinuità con i Lombardo e Cuffaro che , a suo dire, hanno fatto disastri in Regione.

Ieri sera ancora a 'In Onda' dove era ospite, collegato da Palermo, Crocetta ha ostentato il suo medagliere politico, da quando una ventina di anni fa fu eletto a stragrande maggioranza sindaco di Gela e poi ancora amministratore in Sicilia, poi in Europa ed infine governatore.

Lui, dal suo punto di vista, forse ragiona bene. Esiste un articolo nello statuto del Pd che prevede che un amministratore uscente possa ricandidarsi per la seconda volta. E, comunque,  lui chiede che si facciano le 'primarie'. Il tempo, asserisce, seppur ristrettissimo, c'è, e lui non teme di sfidare il rettore dell'università. Che, se le vincerà, lui è pronto a dichiarasi fuori, ma la sua uscita  non può decretarla- lui dice, il partito o qualche proconsole del segretario. Crocetta, dal punto di vista teorico e normativo ha ragione su tutta la linea.

Il fatto è che dopo una quindicina d'anni che uno ha avuto incarichi politici non sarebbe ora di dire basta! La vita di un amministratore è dura ed impegnativo e questo lo sa anche Crocetta, ma lui forse  oltre quello non pensa di saper fare.

 E in questo ha ragione Umberto Galimberti ( sempre, da non confondere con Paolo Garimberti che da giornalista, per volontà e decisione di un noto salotto romano, si trovò catapultato alla presidenza Rai, incarico che, in Italia, chiunque può svolgere!)

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