mercoledì 23 agosto 2017

La ministra Fedeli dal Meeting di Rimini vuole lisciare il pelo ai lavoratori della scuola

Nessuno le rimprovera più di aver falsificato il suo curriculum sul quale, al momento del suo ingresso al Ministero di Viale Trastevere, c'era scritto che Lei era LAUREATA, mentre si è scoperto che aveva conseguito appena un diploma, e non di scuola superiore quinquennale, ma triennale (per insegnare alla materna!) che, per un ministro dell'Istruzione, dell'Università e della Ricerca scientifica suona quasi un insulto.

Ma in Italia, un insulto simile è di poco conto,  dopo il clamore inizi ale, dellascoperta, se alla Salute c'è una ragioniera, e prossima ventura ministra dell'economia potrebbe essere, secondo la profezia di Andrea Scanzi (Il Fatto Quotidiano) , Barbara Lezzi, impiegata di terzo livello in una azienda, con il diploma di istituto tecnico commerciale.

Comunque siccome l'abito non fa il monaco - sebbene certi ministeri delicati avrebbero bisogno di guide preparate e dunque con l'abito giusto - la Fedeli potrebbe rischiare di essere ricordata, quando fra qualche mese lascerà il dicastero, come una delle ministre più capaci. Sicuramente se la si paragona alla Gelmini, al cui confronto la Fedeli  fa la figura di Einstein , e la Gelmini quella di uno studentello che fa gli esperimenti di chimica nel cucinino di casa. Ci si lasci sfogare. Se uno pensa alla carriera che ha fatto quella poveretta ed al ruolo che riveste in FI, c'è da invocare la vendetta divina, per i danni che ha procurato anche alla scuola, quando è passata dal ministero di Viale Trastevere.

Tornando alla Fedeli, si ha la sensazione che nei pochi mesi al vertice del dicastero dell'Istruzione, voglia farsi perdonare la laurea non conseguita, con riforme annunciate, massime di buon senso ma di difficile realizzazione, ed anche altro che non serve neppure ricordare.

A Rimini, è partita in quarta quando ha detto che gli insegnanti in Italia meritano un trattamento economico migliore. Giù l'applauso. Cara Fedeli non è la prima a dirlo e certamente non sarà l'ultima, perché ancora tante altre volte si sentirà un annuncio simile prima che venga messo in atto. Noi che abbiamo insegnato praticamente per tutta la vita, sappiamo come  da anni sentiamo dire questo senza che nulla  sia mai accaduto.

 L'unico merito - che poi non è suo del tutto - è l'immissione in ruolo di un'altra bella fetta di insegnanti precari ma in servizio da anni nella scuola italiana. Anche in questo caso, non è riuscita ad eliminare il casino dell'assegnazione dei singoli che, dopo il disastro procurato dalla Giannini che si era affidata alle macchine calcolatrici, aveva prodotto  nella scuola italiana  un vero disastro, con insegnanti sbattuti da nord a sud, quando forse  si sarebbe potuto ovviare a tale inconveniente, senza bisogno di essere addirittura rettore di università, come la Giannini.

A Rimini ha fatto anche una rivelazione la ministra: voglio portare l'obbligo scolastico a 18 anni, mentre ora è fissato a 16. E qualche settimana fa ha avviato la sperimentazione della fascia di studi superiore,  ridotta da cinque a quattro anni.  A chi l'ha criticata ha fatto sapere che Lei non ha fatto altro che mandare avanti un progetto che giaceva al Ministero dai tempi di  Luigi Berlinguer ministro.
I due annunci, in evidente contrasto, non si capisce come possano  convivere anche nella testa un pò confusa di un ministro.

La sperimentazione alla quale Lei ha dato il via durerà solo ( ?) quattro  anni, al termine dei quali si tireranno le somme e si procederà all'introduzione del ciclo quadriennale,  oppure si lasceranno le cose come stanno? Lei, Fedeli, i cui ricordi scolastici sono lontanissimi, sicuramente non sa che una sperimentazione di scuola superiore è stata fatta fra gli anni Settanta e Ottanta del secolo scorso. Anche noi abbiamo insegnato in un liceo sperimentale, che aveva docenti di grandi capacità e passione, e vi abbiamo insegnato per parecchi anni; sempre ci siamo chiesti quando  sarebbe finita questa sperimentazione che, nei fatti, è durata in eterno e forse dura ancora, senza che nessun risultato fosse travasato nei normali curriculum scolastici dei licei.

Se noi fossimo al posto della Fedeli, ma per fortuna non ci siamo,  convinti che la scuola la fanno gli insegnanti con la loro preparazione e dedizione all'educazione dei giovani, faremmo un paio di riforme, senza bisogno di annunciarle.

Innanzitutto faremmo una selezione degli insegnanti, li pagheremmo meglio e saremmo con tutti loro più esigenti. Poi fisseremmo l'obiettivo principale della formazione scolastica: fornire conoscenza, metodo di studio ed abitudine alla riflessione critica. E, terzo, risaneremmo tutti gli istituti scolastici, sia perche si sono rivelati in occasioni tragiche, come i terremoti, fragili  e pericolosi per i ragazzi, sia perché entrare la mattina in certe scuole 'sgarrupate' indispone a passarci con profitto molti giorni della vita.

 E se poi la Fedeli vuole sorprendere tutti, faccia in modo che ad inizio d'anno le scuole abbiano già designati tutti gli insegnanti.  Perchè, nel corso degli anni, a dispetto degli annunci dei vari ministri che nelle scuole non vanno mai,  si viene a sapere che,   ancora dopo due o tre mesi di lezione, in più d'una scuola manca  il titolare di questo o quell'insegnamento.

Ecco, gentile ministro, se Lei riuscisse a fare -senza annunciarle - queste due o tre cosette, tutta la scuola italiana gliene sarebbe grata e la ricorderebbe come la più brava, capace ed efficiente ministra,  e non insisterebbe più sul fatto che Lei è solo diplomata, cosa che per un ministro dell'Istruzione, Università e Ricerca scientifica,  negli anni Duemila, suona certo stonata.


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