Non vogliamo offenderla, sindaco Marino. Lei non si impressioni per la colorita espressione, che non deve prendere alla lettera, perchè ridurre allo stato liquido un cervello non è cosa facile, e poi chissà quale schifoso sapore abbia. Comunque Marino non si è sottoposto a tale martirio, nè dovrà farlo. Semplicemente quell'espressione a Roma significa che Marino qualche volta dice o fa cose per le quali uno dubita l'ex chirurgo sia in possesso di tutte le capacità mentali, come nella sua intenzione di accorpare le varie istituzioni culturali romane, al fine di risparmiare uomini, mezzi ed anche competenze e, sicuramente, perfino risultati. E non intende istituzioni/doppioni, no, lui vuole accorpare tutto l'accorpabile.
Ieri, nella prima intervista al Messaggero del suo nuovo/vecchio assessore alla cultura, Giovanna Marinelli, ex di Veltroni, Borgna, Bettini, Rita Sala le domandava di quell'insano progetto che secondo il sindaco dovrebbe accorpare Teatro dell'Opera di Roma Capitale - il nome va sempre detto per intero, dopo tutta la fatica che hanno fatto per averlo. Che pagliacciata! - e l'Accademia di Santa Cecilia. Le due orchestre si fonderebbero - allo stesso modo in cui, nell'ospedale americano in cui lavorava Marino, fusero i reparti di neurologia ed urologia - farebbero indistintamente repertorio sinfonico e operistico - uno dei due direttori 'stabili' o 'principali' o che dir si voglia, perfino 'onorario a vita' - potrebbe essere messo in mobilità, affidando tutta l'attività ad uno dei due; si taglierebbe il numero degli impiegati , i tecnici e le direzioni artistiche - in taluni casi molto popolate - e tante altre cose. Nell'ospedale in cui lavorava Marino, dopo quell'accorpamento, alcuni neurochirurghi effettuarono interventi di prostata e urologi operarono ai canali cerebrali, pare con successo in ambedue i casi. E la cosa non deve meravigliare se è vero che, come si dice in tutto il mondo e non solo a Roma, vi sono in circolazione molte 'teste di c...'.
Chissà, dice Marino, che non possa accadere anche nella musica, a Roma, dove si potrebbe liberare tutto lo spazio che oggi l'Accademia di Santa Cecilia occupa all'Auditorium, restituendolo a Musica per Roma che lo vorrebbe per ampliare ancora la propria attività.
La Marinelli, che 'non sta completamente fuori'- altra espressione colorita ma efficace in uso a Roma - si è permessa, timidamente, qualche dubbio sulla fattibilità di tale progetto; ma il sindaco ci crede fermamente e se nessuno gli farà risputare tutto il cervello che s'è bevuto, nel frattempo, allora forse vedrà aprirsi un altro fronte di protesta durissimo certamente, ma agitato da persone - musicisti- che il sindaco Marino liquiderebbe come persone 'fuori di testa'.Questi artisti!
Un'ultima annotazione a margine dell'intervista della Marinelli. Bisogna riportare l'Estate romana alla sua caratteristica 'popolare', ora è troppo 'elitaria'. Di quale estate l'Assessore parla?
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