Appena qualche cifra per una tiratina d'orecchi al sovrintendente che si vanta di aver portato le recite d'opera nella stagione estiva di Caracalla di quest'anno a 16, contro le 9 della stagione passata. Eh, no, caro Fuortes. I conti occorre farli bene.
L'anno scorso hanno fatto due titoli d'opera 'canonici' che sono quelli a cui forse si riferisce il sovrintendente ( 'Cavalleria' e 'Tosca'). Però Fuortes non può far finta di scordarsi o di non sapere che nella stagione-festival - che tanto piaceva a Vlad e Muti ed anche a Vespa, che però prima aveva detto pubblicamente se non erano pazzi quelli che volevano fare di Caracalla un luogo sofisticato e per élites - hanno anche presentato alcune serate di balletto su 'Carmen e Arlesienne' di Bizet, e che nella 'palestra' delle terme, luogo delle sofisticazioni vladiane e mutiane a Caracalla, era stata presentata per quattro-cinque sere, 'Didone ed Enea' di Purcell nella regia di Mutina, Chiara.
Allora conteggiando anche questi altri spettacoli d'opera e di balletto - perchè non si dovrebbe? - a Caracalla nel 2013 si fecero più recite di quelle programmate quest'anno da Fuortes. Naturalmente poco frequentate, stando ai dati definitivi, e non ai proclami dei giornali amici.
Non vorremmo che anche quest'anno i calcoli sul pubblico riflettano più le aspirazioni di Fuortes, che le reali presenze; come abbiano tentato di sottolienare, alla lettura delle prime dichiarazioni vittoriose di Fuortes a proposito delle 40000 presenze, prima delle recite d'opera. In una platea di 4000 posti non ci possono stare ogni sera 4500 persone.
Speriamo di averli fatti bene i conti - come crediamo, avendoli fatti con la calcolatrice - incrociando i dati della capienza di Caracalla con le cifre sparate da Fuortes sia sulle presenze che sugli incassi da botteghino, per i giorni di programmazione.
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