Sarà il giorno del giudizio, per l'Opera. Solo per l'Opera di Roma Capitale? Per ora sì, anche se l^?opera di tutta Italia, salvo rare eccezioni, non sta tanto bene.
I sindacati, questa volta convocati tutti a Piazza Campitelli dall'assessore Marinelli - basta questa grande vittoria per far desistere gli irriducibili - diranno che loro non accettano il piano di risanamento e rilancio del teatro presentato da Fuortes, e che non credono ad una sola parola di ciò che dice Marino, ma a lei credono a occhi chiusi, senza nemmeno attendere di sentire le sue proposte. E vittoria sia. Il piano di Fuortes lo accettano per senso democratico e responsabilità nei confronti della maggioranza che lo ha sottoscritto e, quando parla Marino, hanno detto alla Marinelli che si metteranno i tappi alle orecchie. Chi li tacciava fino a ieri di irresponsabilità, accusandoli di essere degli sfascisti - attenti: con la 'esse' davanti, per non confonderli con quelli senza la 'esse' davanti, perchè loro, a parte l'esigua frangia CISAL, sono della CGIL - dovranno scusarsi con loro e mettere nelle loro mani le sorti dell'Opera di Roma Capitale.
E quelli che in tutti questi difficili giorni hanno fatto il voto del silenzio? Si uniranno al coro generale plaudente, precisando che la consegna del silenzio assunta dal direttore onorario a vita e dai consiglieri di amministrazione è stata la strategia vincente.
Saluti a baci
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