Evidentemente i direttori generali della RAI, anche quando ce ne liberiamo, contano ancora nell'azienda pubblica, se riescono a piazzare le loro 'ragazze' - qui nel senso letterale di 'la mia ragazza' - in RAI, senza che queste nulla abbiano fatto per meritarlo, oltre che per essere, nel caso specifico, 'la ragazza di Masi'.
La quale ragazza aveva avuto un contratto appena dopo l'uscita di Masi, una specie di buonuscita aggiunta a quella che 'gli diedero' - si preferisce dire che 'gli spettava', sul quale 'spettava' forse ci sarebbe da discutere - quando fu dirottato altrove.
Qualche altro direttore generale (e chissà quanti altri papaveri della televisione pubblica, 'tutto il mondo è paese') - raccontano i bene informati - ha fatto altrettanto, ma invece che alla fine del suo mandato, per non dare nell'occhio e per evitare che la assunzione recasse la sua firma, il giorno prima della presa di possesso dell'incarico, fece assumere la sua 'ragazza', in un ruolo abbastanza prestigioso(funzionaria).
Perchè sia chiaro: personaggi come Masi cadono sempre in piedi, come si dice, non potendosi disconoscere, neppure da parte del suo più acerrimo nemico, i meriti lavorativi che hanno portato la RAI, sotto la gestione Masi, ad un attivo di parecchi miliardi (di lire) di debiti.
La Muccitelli cominciò ad apparire stabilmente in una trasmissione settimanale, nel fine settimana, presentando le bellezze del nostro paese. 'Siamo qui, e parliamo con ...' cominciava sempre così e poi si mostrava il 'pesce lesso' - senza offesa - che è : guardava fisso l'interlocutore, senza capire quel che diceva - era questa l'impressione - e attendeva che il collegamento finisse, dopo aver fatto le domandine che le avevano scritto sul foglietto. Da un collegamento ad un altro, la ragazza cambiava solo il vestito: per la sua 'ragazza' Masi non bada a spese. Imbarazzante. Poi visto il successo, è stata promossa.
Ora ce la ritroviamo in un programma di mezza mattina su Rai Uno, per l'estate. Oggi parlavano del problema 'lunedì', quando bisogna tornare al lavoro - chi ce l'ha - dopo sabato e domenica; un tema sul quale già si sono espressi pensatori e sociologi.
Bravissima come sempre, nel fornire al pubblico, in ogni puntata, quel campionario di banalità e idiozie con cui dallo schermo televisivo irradia della sua luce il paese.
Alla fine verranno a dirci che la trasmissione è andata benissimo - non c'è 'peggior cieco di chi non vuol vedere' - e l'anno prossimo le daranno la conduzione di una prima serata.
Con i nostri migliori auguri alla ragazza di Mauro Masi.
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