Lo scorso autunno all'indirizzo degli Accademici di Santa Cecilia giunsero alcune lettere, non proprio graditissime dai destinatari, fra le quali due del cardinale Bartolucci ed una del pianista Michele Campanella. In virtù del fatto che l'uno e l'altro erano accademici - il cardinale nel frattempo è morto, alla veneranda età di novanta e passa anni- nelle lettere si criticava l'operato di Bruno Cagli, a capo dell'Accademia ormai da tempo immemorabile. Si leggevano in quelle lettere accuse pesanti, riprese e diffuse da Elisabetta Ambrosi de 'Il fatto quotidiano'. Cagli non ha risposto a nessuna di quelle accuse. Nel frattempo cosa è accaduto di nuovo? Non sappiamo, mentre leggiamo proprio oggi che ad Acireale si svolge un piccolo festival con annesse masterclass, nella Villa di proprietà della famiglia del compositore Francesco Pennisi, affidato alla direzione del Primo dei violini II dell'Accademia, David Romano, al quale partecipano anche altri componenti l'orchestra dell'Accademia, e vi partecipa anche Pappano - solo per un incontro, mentre furbescamente si vorrebbe far pensare che il noto direttore lì suoni e tenga un corso. Perchè Pappano ad Acireale? Per semplice amicizia con uno dei suoi orchestrali, come del resto per l'amicizia che lo lega al Primo violoncello, Luigi Piovano, ha suonato spesso in luoghi dove normalmente non ci sarebbe andato. Ma a leggere l'organigramma dei membri onorari della piccola ma interessante iniziativa che riguarda anche l'architettura ed altro, si leggono i nomi Cagli, Pappano ecc..., e ciò svela l'arcano. Ma fra i partecipanti c'è anche Michele Campanella.
Allora uno si chiede: dunque Campanella ha fatto pace con Cagli, oppure gli lancia una sfida 'andando a cena con il nemico'? Che Cagli e Campanella siano ( stati ?) nemici lo attesta inequivocabilmente la lettera inviata dal pianista all'Accademia, nell'autunno scorso.
Che riproduciamo di seguito
Agli
Accademici di Santa Cecilia
Cari
Colleghi,
il
risultato più triste della presidenza Cagli è la disaffezione che
si è diffusa tra noi. Ormai la vita dell'Accademia è cosa che
riguarda un'esigua minoranza di colleghi, mentre la gran parte di noi
si tiene lontana dalle occasioni in cui viene deciso il futuro
dell'istituzione: perché partecipare quando si conosce già il
risultato? Alla vigilia delle scorse elezioni vi avevo inviato una
lettera che qualcuno di voi forse ricorderà, nella quale auspicavo
una svolta che recuperasse all'Accademia una vitalità, un dinamismo
indispensabili alla sua sopravvivenza. Così esponendomi, mi sono
condannato alla proscrizione: infatti sono stato escluso dal
cartellone dei concerti sine die. A quanto mi risulta, non sono il
solo a ricevere tale trattamento. Scrivo questo per dirvi che l'altra
faccia delle promesse elettorali (sistematicamente elargite, assai
spesso non mantenute) è l'isolamento. Chi non vota per il Presidente
o per i candidati che lui suggerisce, merita una punizione.......
Spero anch'io come il Cardinale Bartolucci e il nostro anonimo
collega che sia arrivato il momento di prendere coscienza della
necessità di una forte reazione alla decadenza etica nella quale
l'Accademia sta affondando. La causa principale di essa è
l’affezione al potere, che si autoalimenta in assenza di
un'energica dialettica interna e che non teme di ledere la dignità
degli Accademici attraverso atteggiamenti degni della peggiore
politica. Che brutta aria che si respira in Accademia! Non
rassegniamoci al suo declino!
Vostro
Michele
Campanella
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