venerdì 10 gennaio 2025

Maria Emanuela Vesci. In ricordo

A Emanuela Vesci mi legano anni di amicizia  e fratellanza, otre naturalmente che di stima e fascinazione. Emanuela era donna di bellezza aristocratica e charmant. La nostra lunga conoscenza ed amicizia voglio raccontarla, perchè ha a che fare soprattutto con la musica e con il mio lunghissimo lavoro come giornalista e,  per una  brevissima parentesi,  anche come organizzatore.

 Il primo incontro con Emanuela ebbe luogo a Cortona, dove era assessore alla cultura, a metà degli anni 80. Dirigevo allora Piano Time (il noto mensile di musica che avevo inventato  e fatto uscire ad aprile del 1983, presso le edizioni Publitarget) e fui invitato , per la settimana pasquale a passare a Cortona qualche giorno, dove Emanuela, ,assessore alla cultura, aveva organizzato un mini festival dedicato alla musica contemporanea, invitando Luigi Nono (capito, che classe!). Opposi inizialmente resistenza, volevo passare quei giorni di festa a casa con la famiglia, ma mi venne detto che l'invito, viste le particolari circostanze, era esteso anche a mia moglie ed ai miei due figli, allora piccoli; e così partimmo tutti. Conobbi personalmente Roberto Fabbriciani, giovane aitante flautista di quelle parti, che Emanuela era riuscita a coinvolgere. Cortona allora non aveva tutta quella disponibilità alberghiera che ha oggi anche grazie a Emanuela Vesci che la lanciò nel mondo con iniziative  di grande qualità, come quella appunto. Fummo ospitati in un antico convento dagli ambienti singoli e comuni enormi, tanto da meravigliare i miei figli che vivevano a Roma con me, ma in una casa di normali dimensioni.

 Un ricordo resterà indelebile nella mia memoria. L'incontro  con gli studenti delle superiori, con Luigi Nono. Un cognome per loro difficile da comprendere, al punto che, chiamati all'incontro sulla musica contemporanea, credettero si dovesse parlare di un re musicista del passato, e scrissero così : Luigi IX appunto.

 Dopo quel primo incontro con Emanuela non ci perdemmo di vista. Cominciammo a frequentarci e conobbi anche suo padre, il mitico 'notaio' Vesci,  amante della musica, frequentatore assiduo dei concerti nella Capitale, che mi parlò di Bakhaus  il grande pianista con il quale  aveva instaurato una amicizia. Fu durante uno di quegli incontri a Casa Vesci - dalle parti della Balduina - che il  notaio, anzi i notai, padre e figlia, mi parlarono del tesoro che custodivano gelosamente: un manoscritto di Felix Mendelssohn, loro lontano parente, per via indiretta,  che riproduceva  la trascrizione per doppio  coro maschile  e pianoforte di due numeri  delle musiche di scena scritte  per l'Edipo a Colono di Sofocle, la cui versione originale per voci e orchestra era ben nota. Uno di quei cadeau musicali tanto in voga all'epoca - oggi si preferisce professare  riconoscenza, compensandola  con 'case all'insaputa', vini, prosciutti, mazzette, quando non anche  con escort 'per una  notte'- ci si perdoni la licenza di libertà.

 continua......

Di quel manoscritto non potevo dimenticarmi. Passarono solo pochi mesi e chiesi a Emanuela l'autorizzazione a pubblicarlo integralmente, allegandolo a Piano Time con una presentazione del più noto studioso italiano di Mendelssohn, Raoul Meloncelli.. I giornali di mezzo mondo parlarono della scoperta, nonostante si trattasse di una riduzione 'd'autore', di musiche conosciute.

 Nonostante il clamore della scoperta, scoprii molti anni dopo che quei due cori non erano stati ancora eseguiti. Ci pensai io, nell'anno in cui mi affidarono, su indicazione di Salvatore Sciarrino, la direzione artistica del 'Festival delle Nazioni' di Città di Castello. Inaugurai il festival proprio con quelle musiche, affidate al coro dell'Orchestra Sinfonica di Milano ( allora si chiamava 'Orchestra G.Verdi') diretta da Romano Gandolfi, il mitico direttore che era stato alla Scala ed al Liceu di Barcellona (dove era avvenuto anche l'incontro con il giovane 'accompagnatore' di belle speranze, Tony Pappano). Nella stessa serata, trasmessa in diretta da Radio 3 nel circuito Euroradio, feci eseguire anche la straordinaria Petite Messe Solennelle, di Rossini, uno dei capolavori assoluti della musica di ogni tempo.

 Emanuela mi concesse di poter esporre su un leggio al centro della navata della Cattedrale affollata, dove ebbe luogo il concerto, il prezioso manoscritto. Ed io, presentando, in diretta radio, il concerto ebbi modo di lamentarmi contro l'allora ministro della cultura Urbani ed il Governo Berlusconi che aveva tagliato i fondi per la cultura e lo spettacolo - nè più e nè meno di quanto sta facendo il Governo Meloni, con i suoi due ministri della cultura, Sangiuliano e Giuli ( il secondo, nel cognome e speriamo solo in quello, è più o meno la metà del suo predecessore!)  i quali  sono solleciti in campo culturale e musicale solo quando c'è da occupare poltrone e sistemare fedelissimi ( a  breve altra occupazione: Colabianchi alla Fenice, per diretta volontà della Meloni, meglio delle Meloni), quasi sempre immeritevoli, mai altrettanto quando c'è da rivolvere problemi  o accompagnare la cura e lo sviluppo dell'importante settore della cultura, anche per la nostra economia.

Tornai a Cortona molti anni dopo quella prima volta, negli anni Duemila, dopo la mia esperienza a Città di Castello, per incontrare nuovamente Pappano, ed il suo agente che aveva inventato il 'Tuscan Sun Festival' per reclamizzare la sua agenzia di rappresentanza. In quell'occasione vidi prima prima volta la Netrebko girare  per le strade della meravigliosa cittadina, con un  vestitaccio da quattro soldi, mentre poi la sera in palcoscenico, fasciata in un abito lungo dorato ( forse Armani?) fece la sua prima apparizione da star in Italia!  Quella volta, appena a Cortona, chiamai al telefono Emanuela, ma quei giorni non era a Cortona, benchè avesse conservato quella sua bella casa.

  Tante altre frequentazioni, nel tempo, ebbero invece a che fare con la sua attività di notaio. Lei mi fu sempre amica gentile e premurosa.

2 commenti:

  1. Gli eventi e le dissonanze di ripetono, secondo i corsi e ricorsi storici vichiani.

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  2. non capisco il senso del commento. a maggiore chiarezza risponderei con altrettanta chiarezza.

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