Nulla di nuovo per i tradizionali Concerti di Capodanno, sia per quello di Vienna, il capostipite, che per quello da Venezia che, ancora molto giovane, a quello viennese ha tolto gradimento e pubblico, retrocedendolo di orario e di canale tv, nonostante le proteste, ormai anche quelle tradizionali e ripetute di Riccardo Muti, quando dirige a Vienna.
Del programma del Concerto di Capodanno veneziano abbiamo scritto nelle passate settimane e perciò non c'è nulla di nuovo da aggiungere se non che gli inserti di danza, a differenza di quelli viennesi sempre di grande stile ed efficacia, erano troppo 'osè' stilisticamente, ed annotare che lo share come anche i telespettatori si sono mantenuti sui livelli degli ultimissimi anni da quando cioè Fortunato Ortombina se ne è assunto in toto la responsabilità. Capodanno 2024: 3.125.000 telespettatori, share 23.95%; Capodanno 2025: 3.112.000 telespettatori, share 25,88%. Ci basta solo annotare che quando ce ne siamo occupati noi del programma del concerto, e cioè fino al 2014, per mandato della Rai, gli spettatori erano più di 4.500.000; anche 4.700.000. Che vuol dire che in questi ultimi anni, grazie anche alla incapacità di Ortombina di formulare un programma adeguato ( il programma - quest'anno i Gounod e Bizet in abbondanza erano davvero fuori luogo - conta più degli interpreti - il numero di questi poi, per Ortombina, si è ridotto a 2 o 3, sempre gli stessi ( direttori); l'unica novità introdotta per dimostrare che 'Ortombina c'è' è stato l'inserimento di un breve brano corale da Turandot fra i due pezzi d'obbligo, iconici e applauditissimi, da noi stabiliti ( Va Pensiero e Libiam nei lieti calici); il concerto ha perso oltre 1.500.000 telespettatori.
Vienna si è mantenuta, da quando c'è Venezia sugli stessi livelli di pubblico tv in Italia, appena sopra i 2.000.000 e con uno share al di sotto di 10 punti rispetto a quello veneziano, intorno al 16%.
In serata, la grande novità 'Meloniana-Melloniana' su Rai 3, dedicata a Puccini: Viva Puccini, il programma affidato non solo per la direzione 'dozzinale', ma anche per la ideazione/conduzione, in coppia con Bianca Guaccero (loquacissima, mentre il silenzio è d'oro se non si ha nulla di interessante od anche semplicemente normale da dire) a Beatrice Venezi e ad un gruppetto nel quale si segnalavano Stinchelli 'musicologo di riferimento' (per chi?) e Francesco Antonioni (compositore con molti legami in Rai, dalle parti della Fiction), per l'orchestrazione di brani 'pop'. Sì, perchè a detta della Venezi, Puccini è pop, la sua musica è pop; e poi lui con 'La fanciulla del West, ha anticipato gli 'spaghetti western ' e giù con Morricone; dopo di lui 'il melodramma è morto', salvo farlo reincarnare nel musical ( via con Cats di Webber); e Puccini che è stato anche 'futurista' (un chiodo fisso degli ex camerati contemporanei) solo perchè nella sua biblioteca sono ancora oggi conservati due volumi di Marinetti con dedica al musicista, e tante altre amenità, anche se ci è stata risparmiata la fake news della tessera del partito fascista richiesta da Puccini ed accordatagliela.
La trovata di far seguire al colloquio fra Tosca e Scarpia, il celebre monologo di Franca Rame sullo stupro non era che una banale inutile trovata.
L'ignobile spettacolo durato la bellezza di tre ore e passa, ospitato nello storico Auditorium della Rai di Napoli, riscenografato per l'occasione - che dispendio di soldi per una vergognosa porcheria!- per gratificare la 'destra' direttrice d'orchestra, Beatrice Venezi, scarsissima ma cara a Giorgia Meloni, che notoriamente di musica non capisce un tubo (per Lei, e per sua sorella, contano solo l'adesione e fedeltà alla causa); che aveva lo scopo di avvicinare i giovani e più generalmente pubblico nuovo alla musica, ha fatto flop: 750.000 telespettatori, share del 5%. Ben al disotto anche del villaneggiato Augias in principio di trasmissione, il quale viaggia ora a La 7 e, negli anni passati su Rai 3 con La gioia della musica, intorno agli 8 - 900.000 telespetttaori.
Il programma era prodotto da 'Aut Aut Production' (coprodotto forse con Rai) di proprietà di Angelo Bozzolini, che ha fatto già parecchi programmi musicali, e che ne era anche regista.
Questo Viva Puccini, che meglio potrebbe titolarsi, a cose fatte, Povero Puccini rappresenta forse l'ultimo regalo che il 'destrissimo' Mellone fa alle sorelle Meloni, prima di lasciare l'incarico attuale per il quale, a causa dei numerosi flop, si è meritato critiche da tutte le parti.
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