Quarant'anni fa - lo ricordiamo come fosse ieri - vedemmo per la prima volta al cinema, benché non fossimo frequentatori abituali di sale cinematografiche, Amadeus, il film che avrebbe cambiato molte cose nella musica, il film di cui ancora oggi si parla e al quale tutti i registi che hanno voluto 'raccontare' al cinema la musica si sono più o meno ispirati, sperando di eguagliarne il successo, coronato dai meritatissimi Oscar. Cosa che, diciamo, subito, non è accaduto, nonostante che di film sulla musica ne siano stati fatti nei quarant'anni successivi.
Ricordiamo perfettamente quella nostra prima visione di Amadeus, anche perchè avvenne in circostanze particolari. Lo vedemmo a Perugia, in una sera delle tante passate in quella città, negli anni in cui abbiamo insegnato nel Conservatorio cittadino.
Andiamo poco o mai al cinema, di regola, ma quando escono film sulla musica o musicisti, ci premuriamo, in qualunque modo, di vederli.
Di ricordo in ricordo, un altro famosissimo film , Fantasia, lo vedemmo in circostanze abbastanza simili. A Siena, anni Sessanta, in un cinemetto appena fuori Piazza del Campo, una domenica pomeriggio, piovosa, alla viglia dell'inizio dei Corsi di Musicologia e Direzione di Coro ai quali ci eravamo iscritti alla Chigiana. Eravamo giunti a Siena il giorno prima dell'inizio dei corsi (era agosto, ma pioveva, come accade spesso tuttora, visto che lo storico Palio è spesso rinviato per la medesima ragione), ci eravamo sistemati alla Casa dello studente dove avremmo risieduto per l'intera durata dei corsi - un mese circa quello di Musicologia - non avevamo altro da fare, pioveva e allora ci siamo detti andiamo a vedere quel famoso film Disney.
A Perugia, all'incirca trent'anni dopo Fantasia a Siena,, si proiettava Amadeus, prima che il film potesse entrare nei normali circuiti nazionali (ancora oggi vi sono città, non metropoli, in cui si sperimenta la reazione del pubblico ad un nuovo titolo). Lo vedemmo con molta attenzione. Le prime reazioni furono di rigetto nei confronti della immagine che si dava di Mozart. In seguito, lo abbiamo visto altre volte, pian piano lo abbiamo sempre più apprezzato, anche a causa delle infinte trovate registiche, prima fra tutte quella relativa alla scrittura del Requiem, benchè inverosimile.
Allora da un annetto dirigevamo Piano Time (che era uscito, il primo numero, ad aprile del 1983), e quale occasione più ghiotta per avviare un dibattito sul film dalle pagine della rivista? Chiedemmo ad un critico e studioso del cinema, Aldo Tassone, di scriverne e il dibattito, acceso, cominciò.
Adesso sono trascorsi 40 anni da quell'esordio sugli schermi, del film si parla ancora ogni volta che viene riproposto, anche della versione 'teatrale' dalla quale prese spunto il film, e della pièce - 'piccola tragedia' per la precisione - di Puskin, Mozart e Salieri.
Ma di questo si parla nel post precedente, ripreso da Il Post, dove la storia viene narrata per filo e per segno, soprattutto la presunta accesa rivalità fra i due musicisti.
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