Ieri a Roma pioveva. E si sa che la pioggia nella Capitale può diventare un evento catastrofico. Non è accaduto, per fortuna, ma qualcosa di tragico accade ogni volta che un cittadino, come noi, decide di recarsi nel Teatrino di Villa Torlonia per assistere ad una rappresentazione o per ascoltare un concerto, che sempre più spesso vengono lì ospitati, di sera, dacchè il teatrino nobile è stato restaurato ed offerto alla gestione di molti soggetti.
Nel giro di un paio di settimane a noi è accaduto di recarci a Villa Torlonia già due volte, e ieri è accaduto, complice la pioggia, ciò che già la prima volta abbiamo paventato.
Ci siamo andati prima ad ascoltare L'empio punito di Alessandro Melani, prodotto dal Reate Festival e lì rappresentato per qualche sera, prima della trasferta reatina al Teatro Vespasiano.; e, ieri, richiamati da un'opera di Stradella, Amare e Fingere.
Ecco la via crucis che si è ogni volta costretti a percorrere per accedere al Teatro di Villa Torlonia.
L'ingresso per il teatro dalla villa è stabilito in una stradina laterale, sulla quale si apre un cancello-crocevia con le indicazioni: bar- ristorante-teatro, naturalmente appena illuminato.
Ci si deve incamminare lungo un sentiero poco più che sterrato e buio per arrivare nel piazzale dove ha sede il ristorante/bar - quello sì illuminato - e poi proseguire sulla destra per un altro viottolo prima di arrivare al teatro. Ieri questo viottolo, in alcuni punti, era letteralmente: da 'guadare', causa poggia, senza alternative.
Per quel viottolo si arriva all'ingresso situato nell'ingresso 'ovest degli appartamenti' dei principi. Nell'ingresso, che ingresso non è, ma semplice disimpegno angusto, di poco più di 3 o 4 metri quadri, si affacciano due mini rampe (tre gradini ciascuna) di scale, ai lati di una balaustra, e l'accesso alla biglietteria.
Il teatrino contiene al massimo un centinaio di posti, ma basta essere in cinquanta a voler entrare, perchè in quel disimpegno si stia pigiati come nelle ore di punta sugli autobus a Roma.
Quando viene avviato l'ingresso, si passa attraverso le maschere, gentili, e si arriva in un corridoio/anticamera - un budello poco illuminato - dal quale per arrivare in sala, nella platea, si devono scendere sue rampe di scale ripide e strette.
Da quel corridoio/anticamera, senza scendere scale si accede alla galleria che, per la precedente nostra esperienza, risulta essere un punto d'ascolto migliore della platea, dove soprattutto le voci non arrivano pulite, e spesso solo a tratti.
Finita la rappresentazione si ritorna in quel corridoio/ anticamera, dalla quale si è sospinti verso un'uscita di servizio, come se l'ingresso, o quello che viene utilizzato come tale, che un ingresso vero non è. Ma l'uscita è ancora peggio.
Ieri sera pioveva, non si trattava di un diluvio ma pioveva, bene non dimenticarlo. Fuori da quell'uscita angusta, più angusta e disadorna dell'ingresso, ci si doveva avventurare per i viottoli della villa che ora erano pieni d'acqua ed in alcuni punti non attraversabili in alcun modo se non camminando nell'acqua - non sull'acqua. Anche il piazzale antistante il ristorante/bar- non frequentato a quell'ora: le 23.30 circa - era praticamente allagato.
Imprecando il pubblico, di ogni età compresa la 'terza' - ed anche noi - ha attraversato i viottoli bui ed allagati e poi finalmente sulla strada a rivedere l'asfalto e i marciapiedi, ma con pantaloni e scarpe zuppi d'acqua sporca.
Ora Luca Bergamo, assessore alla 'ricrescita' culturale che conosce certamente Villa Torlonia ed il suo teatrino, deve decidere se vuole che quello diventi un polo 'culturale' o no.
Non se ne può occupare la sindaca, la quale, dopo la sua comparsa a braccetto al sovrintendente più bravo che c'è, Fuortes, ad ogni prima dell'Opera, ritiene adempiuti i suoi doveri di 'primo cittadino' verso la cultura.
Se ne deve occupare Bergamo, che è quello che ci capisce nella giunta, per offrire ai cittadini un nuovo polo culturale pienamente fruibile.
Quanto poi all'ingresso, noi siamo convinti che esiste un ingresso 'principale' meno angusto (i Torlonia non potevano far entrare i loro ospiti titolati da quell'ingresso che è meno che un ingresso di servizio). Perchè allora si è scelto di praticarne uno vergognosamente inadeguato? E le uscite di sicurezza, caro assessore Bergamo, sono in regola, o vuole attendere che succeda qualcosa per occuparsene?
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