giovedì 7 novembre 2019

La musica nei giornali. Depressione e sconforto, sconforto e depressione

 Non ci riferiamo naturalmente alle notizie relative all'ex Ilva. Lì sta per consumarsi una  vera tragedia e gli attori  del disastro tarantino sono proprio i politici, prima di tutti gli altri i pentastellati ed il loro leader Di Maio, incompetente ed incapace, e gli operai le vittime.

Più modestamente ci riferiamo  alle ragioni che inducono noi allo sconforto ed alla depressione, ogni giorno, quando ci capita di leggere di musica sui giornali. La stessa cosa potremmo dire di tv o radio, perfino di quello che dovrebbe essere il pulpito più autorevole e competente di cultura e musica: Radio Tre.

Ma fino a quando avremo  forza continueremo, superando sconforto e  depressione, a reagire in difesa della musica e della sua dignità, messa sotto i piedi, in qualunque mod,o  perfino nei grandi giornali.

La sciatteria con cui essa viene trattata è dura a morire. Prendendo ad esempio preclaro i giornali ed allegati del gruppo L'Espresso, da tempo andiamo segnalando come il Trovaroma, allegato del giovedì,  annunciando un concerto o un'opera teatrale, usi una varietà di preposizioni quando avrebbe da dire più semplicemente che  il tale concertista o il talaltro cantante suoneranno o canteranno musica di Brahms o Franck, tanto per fare un esempio che ci riporta a quello che si legge  ancora oggi,  sul Trovaroma
Oggi poi, nel sommario di uno dei pezzi più importanti del supplemento, quello relativo alla rappresentazione di Idomeneo, re di Creta di Mozart,si legge che Robert Carsen, regista  dello spettacolo, è anche sul podio, dopo aver naturalmente scalzato Michele Mariotti. 
Un errore, una svista può capitare a tutti; ma  nel sommario, no non deve.

 E invece, in quel di Repubblica preferiscono scrivere che il tale concertista o il talaltro cantante canteranno o suoneranno note di Brahms e Franck. In altri casi, trattandosi di direttore d'orchestra, il Trovaroma scrive sempre che dirigerà sulle note; più recentemente di un ballerino ha scritto che danzerà tra le note.
 Scrivere che suona canta o dirige Beethoven fa fatica, evidentemente; ed oltretutto sarebbe troppo banale per un giornale di gran classe e nome.

Oggi poi, lo affianca e lo supera per superficialità  il Corriere, quando racconta che nel giro di 24 ore due sommi violoncellisti si sfidano a Roma, Brunello a Gabetta e, guarda caso, con programmi  innovativi e dell stessa solfa. Falso, da quanto ci è dato di capire.

Sorvoliamo sul fatto, altrettanto grave, che nel medesimo articolone parlando del concerto della Gabetta e del suo acompagnatore al pianoforte, Nelson Goerner, cita anche il direttore, Andrea Lucchesini. Il suo nome il titolista lo ha letto nel testo, ma non ha capito che  Lucchesini è il direttore 'artistico' dell'Accademia Filarmonica  per la quale suona la Gabetta.  Va perdonato perchè aveva fretta e ha confuso i ruoli? Perdonato un corno!

Ieri Brunello presentando il suo concerto, primo di quattro, nel quale farà ascoltare celebri pagine violinistiche di Bach suonate con il violoncello 'piccolo' ( ne abbiamo scritto in lungo e largo anche noi in questo blog), ha giustificato la sua scelta stilistica, non del tutto arbitraria a sentire Brunello, con il fatto che lo strumento era conosciuto ed usato da Bach e che la musica violinistica, impossibile da suonare con un violoncello, eseguito sul suo fratello minore, acquista una voce profonda e corposa insospettata. E che la sua trasposizione  di ottava  nulla va a toccare della sua fisionomia e condotta. Concludendo, infine, che gli strumenti servono per la musica, e che essa soprattutto un tempo - al tempo di Bach, senza ombra i dubbio - passava spesso da uno strumento ad un altro. E Bach lo faceva anche, quando composizioni scritte originariamente per uno strumento, le  trasportava tali e quali su un altro, in diversa occasione ed opera.

Diverso, molto diverso il caso della violoncellista star Sol Gabetta che ci ha fatto venire in mente quello di un'altra celebre star, ma del violino, per un tempo compagna di Claudio Abbado con il quale ha fatto anche un figlio, ma di cui non ci viene al momento il nome.

La giovane signora aveva dichiarato un tempo esattamente ciò che la più giovane Gabetta dichiara oggi. Stanca di suonare il solito repertorio violinistico (violoncellistico nel caso della Gabetta, con qualche ragione in più) che vuol dire  tutti i grandi musicisti, non ultimo Bach che con la sua musica per violino può riempire la vita non di uno ma di mille violinisti, decise di saltare il fossato. Come e quale?

La star del violino, dacchè ebbe come compagno di vita un contrabbassista compositore ed esecutore, si avventurò - e crediamo lo faccia ancora - nel jazz ed in altre forme che  si avvicinano anzi rasentano e superano in taluni casi il confine fra musica  'bella' e musica 'di consumo'. 
La Gabetta che fa il passo più corto si fa trascrivere per  violoncello alcuni brani del grande repertorio violinistico, e per  uno si arrischia Lei medesima a farlo. La giustificazione è sempre la stessa: stanchezza del solito repertorio.

 Come può un giornalista riportare tali affermazioni senza manifestare il minimo disappunto  ed obiettare quanta stupidità brilli nei loro pensieri, cosiddetti.

 A noi  la lettura di tutto questo e di molto altro ancora, quasi giornalmente, ci getta in una drammatica depressione e nel più profondo sconforto. Ma fino a quando avremo un pò di forza ci ribelleremo e denunceremo l'imbarbarimento in atto, anche se  sembra inarrestabile.

P.S.
 Ieri per lo sconforto nel quale ci aveva precipitato la lettura dei giornali, ci siamo dimenticati di menzionare ancora due notizie-bomba, lette sul Corriere della Sera.

 La prima è che nel corso della 'saga' milanese organizzata dal Corriere a Milano, viene presentato come alfiere della 'musica classica contemporanea' Giovanni Allevi che così dicendo e facendo è certo di portare i giovani alla musica (la sua).

La seconda è che i tre del Volo - gruppo vocale  che celebra ormai una decennio dalla sua formazione sanremese - è l'apostolo della musica classica italiana nel mondo, attraverso il loro 'classico pop'. 

E per un solo giorno basta e avanza. Domani è un altro giorno.E  speriamo migliore.

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