"Il Concerto di Capodanno della Fenice come da tradizione propone un programma musicale in due parti: una prima esclusivamente orchestrale e una seconda parte dedicata al melodramma, con una carrellata di arie, duetti e passi corali interpretati da solisti di assoluto prestigio e dal Coro del Teatro La Fenice. Ogni anno il Concerto si chiude con due pagine celeberrime di Giuseppe Verdi, capisaldi del patrimonio musicale italiano: il Coro «Va’ pensiero sull’ali dorate» da Nabucco e il festoso brindisi «Libiam ne’ lieti calici» dalla Traviata"
Questo si legge sui sito del teatro La Fenice dove, finalmente, quasi a ridosso del concerto, si viene a conoscere il programma del prossimo Concerto di Capodanno, diretto, come l'anno scorso, da Chung. Ortombina ormai non si sforza neanche più di cambiare direttore ogni anno.
Dichiara nel comunicato che i due pezzi con cui il programma si chiude, da quindici anni a questa parte saranno Va pensiero ed il Brindisi da Traviata, e poi, invece - la novità l'ha introdotta già l'anno scorso - ci infila Turandot (O padre augusto), tanto per dimostrare che lui è padrone di cambiare ciò che hanno fatto i suoi collaboratori di un tempo, come fummo noi per oltre dieci anni, che stabilimmo, d'accordo con i vertici del teatro ( forse non convinti della nostra scelta, vincente, come viene da pensare oggi) che ogni anno i due celebri brani verdiani avrebbero uno dopo l'altro concluso il Concerto.
Potremmo esaminare uno per uno i brani del programma per dimostrare, invece, la scarsa fantasia dell'attuale sovrintendete/direttore artistico e l'inopportuna presenza di alcuni di essi, a cominciare dalla suite di Amarcord di Nino Rota - se proprio si voleva omaggiare Rota, meglio sarebbe stato prendere qualche ballabile dal Gattopardo; se invece l'omaggio è rivolto a Fellini, allora forse c'era anche qualcosa di più idoneo. Verdi e e Puccini sono gli autori presenti; perchè non anche Rossini, Bellini, Donizetti - per citare i più grandi italiani. Ma questa tendenza era presente anche nelle ultime edizioni del concerto firmate da Ortombina.
Ortombina che non voleva capirlo un tempo, continua a non capire che il Concerto di Capodanno cade in un giorno di festa, e la festa deve rispecchiarsi in qualche brano del programma. Lui no. E, infatti, anno dopo anno il pubblico televisivo del Concerto è andato sempre scemando, anche vistosamente.
Ciò che invece non solo non è andato mai scemando ma è cresciuto a dismisura è il costo dei biglietti del concerto in teatro, al punto che ci sembra davvero spropositato.
Mentre farà sicuramente contento qualche nostro collega che valuta l'importanza del concerto dal costo dei biglietti; nel nostro caso, Valerio Cappelli del Corriere facendo il paragone fra il concerto 'viennese' e quello 'veneziano', declassava senza pietà il Capodanno tv italiano, schierandosi apertamente con quei quattro poveri snob che spingono ancora oggi per il 'ritorno a Vienna'.
Sul sito del teatro, entrando nella biglietteria elettronica, si apprende che il costo dei biglietti va - udite udite - dai 530,00 addirittura fino agli 870,00 Euro. Negli anni in cui abbiamo collaborato a quel concerto , se non ricordiamo male, i prezzi variavano fra 300,00 e 500,00 Euro; e forse 500,00 Euro li toccavano solo pochissimi posti privilegiati.
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