"Il PMCE (Parco della Musica Contemporanea Ensemble) diretto da Tonino Battista rende omaggio a Ivan Fedele con 2 proposte: Thanatòseros, scena lirica per soprano, tenore ed ensemble, tratta dal Combattimento di Tancredi e Clorinda della Gerusalemme liberata di Torquato Tasso ( solisti il tenore Luca Cervone e il soprano Sabrina Cortese), e Words and Music da Samuel Beckett. Se nel primo caso Ivan Fedele riflette sul rapporto tra amore e morte creando uno spazio drammaturgico di enorme tensione attraverso la costruzione di dialoghi tra i due protagonisti, il trattamento della voce e un raffinatissimo sostegno strumentale, il rapporto tra parola e musica è indagato attraverso la pièce beckettiana di Words and Music portata in scena dagli attori Nicholas Hunt e Anthony Souter in dialogo con l’ensemble".
Fin qui lo scarno comunicato di RomaEuropa, al quale ha rimediato l'autore omaggiato e ritratto musicalmente, presente in sala, con due corpose presentazioni/spiegazioni avanti l'esecuzione dei due brani in programma.
Non avremmo altro da aggiungere sui due brani ascoltati, dopo aver segnalato la loro rispettiva durata di oltre la mezzora e della maggiore adesione della musica alla pièce di Beckett, dove essa stessa era 'personaggio', anche perché di un concerto senza repliche a pochissimi interesserebbe leggere per saperne di più; ed anche perchè per la prossima eventuale esecuzione si dovrà forse attendere anni se non qualche decennio. E dunque le nostre poche righe come quelle di chiunque altro farebbero la stessa fine del deperibilissimo mezzo che dovesse accoglierle.
Due cose però ci corre l'obbligo di segnalarle, perchè hanno sorpreso anche noi. Benché convinti dello scarso appeal della musica d'oggi - anche perché poco eseguita al di fuori delle manifestazioni dedicate - ci sentiamo di segnalare come i concerti, quasi sempre molto particolari, inseriti nei cartelloni del RomaEuropa che abbiamo potuto seguire negli ultimi anni, hanno dimostrato di saper attirare un pubblico molto più numeroso del solito. L'altra sera il Teatro studio dell'Auditorium, intitolato a Gianni Borgna, era colmo come un uovo di un pubblico massimamente di 'adepti', ma anche di 'curiosi', e comunque numeroso e attento. E questo è un dato positivo.
Ma vogliamo anche segnalare la cura e la qualità dell'esecuzione.
Fatto non frequente, sia perchè solitamente le incursioni nella musica d'oggi vengono preparate con grande fretta, poca cura e scarsa convinzione; sia perchè le prendono in carico ensemble strumentali e vocali raccogliticci che non assicurano nessuna tenuta.
Nel caso in questione il PMCE - che certo non ha una propria stagione con appuntamenti vicini nel tempo ed è dunqu un ensemble 'intermittente' - ha lavorato evidentemente come si deve, specie nella pièce beckettiana nella quale il personaggio 'musica' si sposava alle parti recitate dei due attori, perfetti nei rispettivi ruoli e perciò applauditissimi.
Adesso fra poco usciremo per andare all'Auditorium ad ascoltare il secondo dei due concerti che abbiamo scelto di seguire, con le sorelle Labèque ed altri solisti del vario mondo della musica, in una incursione nel minimalismo e nella musica d'altri territori - come va molto al giorno d'oggi. Ve ne scriveremo ancora perché il concerto viene ospitato nella sala grande dell'Auditorium, quella da 2700 posti, e sarà interessante vedere se anche in questo caso RomaEuropa ci ha azzeccato nella scelta della sala.
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