Moreno
Bucci. I
disegni del Teatro del Maggio Musicale Fiorentino ( Inventario 1-5)
1933 -1983 .Voll. 1-5 ( 7 Tomi) Leo S, Olschki Editore. Firenze,
2010-2019.
Fino
a quando il Teatro del Maggio Fiorentino, con la necessaria e
benedetta sponsorizzazione della Fondazione
Carlo Marchi. Per la diffusione della cultura e del civismo in
Italia, non
decise di por mano ad una catalogazione completa, secondo moderni
criteri, del ricco patrimonio di disegni, figurini e bozzetti per
scene e costumi di tutti i suoi spettacoli, conservati in buona parte
nel suo Archivio
storico,lo
studio documentario
di
riferimento in tale materia, che attestava l'apporto di artisti delle
arti visive agli spettacoli del Maggio, era stato quello di uno
storico e critico d'arte: Raffaele Monti, che nel 1986 l'aveva
pubblicato presso l'editore De Luca, con il supporto finanziario
della Banca Toscana: Il
Maggio Musicale Fiorentino. Pittori e Scultori in scena - un
poderoso primo volume al quale aveva fatto seguire un secondo,
dedicato principalmente alla regie degli spettacoli del Maggio, dal
titolo I
Grandi spettacoli.
Poi
nel
2010, Francesco Giambrone sovrintendente ( che se ne sarà attribuito
il merito semplicemente per essersi trovato lì in quell'anno, ma
dovette nello stesso anno abbandonare la sovrintendenza per quella
che potremmo definire 'bancarotta d'incapace', e il conseguente
arrivo di commissario ministeriale, Salvo Nastasi), Moreno Bucci,
con un lavoro certosino quasi eroico, diede il via al progetto di
catalogazione che si è concluso per il cinquantennio che va dal 1933
al 1983, solo qualche mese fa, con l'uscita del Quinto volume
dell'opera, in due tomi, presso l'editore fiorentino Leo S. Olschki.
Il
volume di Raffaele Monti - al quale avevano prestato la loro
collaborazione numerosi critici d'arte, fra i più noti: da Giuliano
Briganti ad Enrico Crispolti, da Maurizio Fagiolo a Moreno Bucci - lo
abbiamo sfogliato infinite volte attingendovi, per le riviste che
abbiamo diretto negli anni, da Piano
Time
a Applausi,
illustrazioni meravigliose, a cominciare da quelle di Giorgio de
Chirico per I Puritani,
direttore
Tullio Serafin,della prima edizione del Maggio, anno 1933.
Quando
Moreno Bucci - già collaboratore di quel primo lavoro e po autore in
proprio di tante altre ricerche monografiche dello stesso settore -
ha scritto il suo opus maximum in sette poderosi tomi, grandi anche
nel formato ( 12x29) nei quali si svolgono i cinque volumi che
costituiscono l'opera, l'opera che l'aveva preceduta mostrò tutti i
suoi limiti, fra tutti quello della incompletezza.
Moreno
Bucci dedica ai primi tre decenni ( 1933-1953) della storia del
Maggio Fiorentino un volume per ogni decennio, mentre per gli ultimi
due decenni, quattro tomi si sono resi necessari i vent'anni, dal
1963 al 1983.
Si
dirà che quella di Moreno Bucci per il Teatro del Maggio Musicale
Fiorentino non è l'unica opera che esamina gli intrecci nel tempo
fra le arti visive plastiche e quelle performative, nel nostro caso
il melodramma ed il balletto.
Perchè
La Scala, ad esempio, con il finanziamento dell'Associazione degli
Amici del Teatro si è incaricata di pubblicare già tante monografie
dedicate a grandi artisti che hanno lavorato alle rappresentazione
scaligere.
Ed
altri teatri, nel raccontare la loro storia, hanno in più casi
profittato per mostrate opere di illustri artisti che hanno
collaborato ai loro spettacoli. E ve ne è anche uno, per quel che
ci è dato di conoscere, il Teatro dell'Opera di Roma, il cui
'Archivio storico e audiovisuale', ricchissimo, come abbiamo potuto
più volte constatare, è stato interamente digitalizzato, benchè
non ne sia stato ancora fornito il catalogo generale.
All'Archivio
dell'Opera di Roma, grazie alla cortesia del sovrintendente
dell'epoca, Francesco Ernani, e alla collaborazione del suo curatore,
Francesco Reggiani attingemmo per una bella mostra da noi
organizzata in quel di Città di Castello (a Palazzo Vitelli), in
occasione del Festival delle Nazioni - la cui direzione ci fu
affidata per l'anno 2004 - dedicata a Enrico
Prampolini al Teatro dell'Opera di Roma (1931-1953), affidandone
la cura al prof. Maurzio Calvesi, e nella quale esponemmo una
sessantina di bozzetti per scene e costumi, disegnati dal noto
artista futurista - straordinari quelli per la 'commedia' di Gian
Francesco Malipiero I
capricci di Callot (
1942).
La
digitalizzazione dell'Archivio, alla quale ha provveduto il Teatro
del Maggio Musicale Fiorentino come anche il Teatro dell'Opera di
Roma - e ci auguriamo anche altri lo facciano in futuro - è lavoro
fondamentale per la conservazione e consultazione del materiale
irreperibile altrove, ma che per la sua deperibilità, corre il
rischio, maneggiandolo, che gli originali vadano distrutti, oltre
che dispersi - come del resto viene in taluni casi annotato da Moreno
Bucci nel suo inventario del Teatro Fiorentino.
Attraverso
la digitalizzazione studiosi, appassionati ma anche curiosi possono
in ogni momento visionare ciò che gli serve senza mai incidere
sulla conservazione del materiale originale che ha comunque bisogno
sempre di cure, essendo la carta, se non ben conservata, facilmente
deperibile.
Ma
il passo che nessun altro teatro ha fatto finora - da quel che ne
sappiamo - è quello di inventariare interamente e pubblicare il
prezioso materiale in volumi particolarmente curati nella
riproduzione dei bozzetti e delle relative didascalie, spettacolo
dopo spettacolo, sia d'opera che di balletto.
Moreno
Bucci vi aggiunge le locandine di ogni spettacolo
(perfino
di quelli che pur annunciati vennero poi sospesi o cancellati, causa
guerra ad esempio) con personaggi ed interpreti, data di
rappresentazione e, dove realizzati, come nei primi anni, i manifesti
dell'intera attività.
Ogni
scheda, le singole schede, contengono dettagliati i seguenti dati:
nome dell'autore, numero di catalogo nell'archivio del Maggio,
soggetto, misure, dati tecnici, scritte eventuali e i timbri della
collezione.
Bucci
vi ha aggiunto anche l'elenco delle mostre nelle quali tale
materiale, parte di esso, è stato esposto; l'elenco arriva fino al
2010, data in cui è stata avviata la catalogazione confluita nel
poderoso catalogo.
Nel
caso del Maggio inaugurale, aprile 1933, il primo spettacolo fu
Nabucco.
Direttore
Vittorio Gui, direttore della messinscena ( non 'regia' )Carl Ebert;
bozzetti e figurini di Pietro Aschieri, questi ultimi, però, non
sono conservati nell'Archivio del Maggio bensì presso l'Accademia di
San Luca di Roma ( Fondo 'Pietro Aschieri') alla quale l'autore li
donò.
Secondo
spettacolo del festival inaugurale, Lucrezia
Borgia.
Direttore Gino Marinuzzi; direttore dela messisnscena: Guido Salvini;
bozzetti e figurini di Mario Sironi. Terzo spettacolo: La
Vestale,
bozzetti e figurini di Felice Casorati. In questo caso, come negli
altri simili, l'autore segnala la scomparsa di alcuni bozzetti che
dove possibile, ma attingendo ad altre fonti, come i programmi di
sala, vengono riprodotti.
Alla
prima edizione del Maggio segue illustrazione della 'Stagione lirica
di Primavera dell'anno successivo. Alla terza edizione del Maggio,
1937, viene rappresentata L'Incoronazione
di Poppea
di Monteverdi ( anfiteatro del Giardino di Boboli), direttore Gino
Marinuzzi; registi ( da quella edizione compare la dicitura tuttora
in uso: registi) Corrado Pavolini, Giorgio Venturini; bozzetti :
Giovanni Michelucci, Mario Chiari; figurini: Gino Carlo Sensani.
Altra
curiosità: nel quarto Maggio, 1938, venne rappresentato
L'Anfiparnaso
di
Orazio Vecchi, bozzetti e figurini di Gino Severini.
Moreno
Bucci riporta il cartellone del Maggio 1943, non realizzato per la
guerra.
Infine,
l'appendice del Primo volume che racconta la storia dei bozzetti dal
1850 al 1933 che, dove possibile, vengono riprodotti.
Il
quinto ed ultimo volume dell'Inventario (in due tomi) riporta una
breve prefazione anche di Cristiano Chiarot, sovrintendente al
momento della pubblicazione (come nel caso di Giambrone, anche lui
abbandona il teatro anzitempo per una tempesta 'perfetta' creata da
Nardella, sindaco, il quale ha chiamato a Firenze Nastasi - il
semplice annuncio ha prodotto un terremoto nel teatro - che dopo poco
è stato richiamato a Roma da Franceschini, di nuovo ministro) il
quale si augura che l'Archivio, ricchissimo e prezioso, possa
costituire un Museo del Teatro del Maggio fiorentino.
L'ultimo
spettacolo segnalato per il 1983, è Il
Trittico
di Puccini, rappresentato nel giugno di quell'anno. Direttore Bruno
Bartoletti, bozzetti di Mario Garbuglia, figurini di Alberto Verso.
Per
concludere con alcune appendici: oltre donazioni e autografi (
nell' ultimo volume), gli immancabili indici, presenti in ogni
volume, con nomi, luoghi, opere, balletti; e la bibliografia che
naturalmente arriva fino ai giorni nostri.
Nessun commento:
Posta un commento