A guardare le istantanee dell'incontro romano di Grillo con Di Maio, a molti è sembrato di rivedere il remake del famoso film:'vai avanti cretino'. Il capo gli parla, gliene ha detto di tutti i colori, ma poi davanti alle telecamere conferma la sua investitura a capo politico del Movimento, ormai in disarmo, per colpe anche sue. Beppe non lo dice, ma lo fa capire quando conferma che l'alleanza con il PD va mantenuta, altrimenti son c... - come si dice a Roma ed in qualunque altra parte del pianeta.
Si capisce che non ha affatto approvato la mossa di Giggino di rivolgersi alla famosa, fumosa piattaforma Rousseau, per conoscere il parere degli iscritti sull'alleanza con il PD alle prossime regionali - e magari il quesito poteva anche essere messo meglio. E poi si può dar retta e peso politico a 27.000 votanti, di cui 19.000 hanno votato perchè i Cinquestelle si presentino con proprie liste? Ma allora, perchè non glielo ha/hanno vietato?
Comunque Giggino, che non si aspettava tale risultato, e neppure Beppe, alla fine ha pensato che, nella tragica situazione in cui versa il Movimento, tenersi stretti almeno quei 19.000 circa che hanno votato no all'alleanza, era da considerarsi tutto sommato il male minore, altrimenti dalle prossime regionali in Emilia Romagna in avanti, perdendo anche quei 19.000, non gli restava che tagliarsi le vene - magari sulla piattaforma, al cospetto di Rousseau.
Certo che Di Maio, capo politico del Movimento e Ministro degli Esteri - a tale proposito i giornali hanno scritto che per andare in Sicilia ad assicurarsi una manciata di voti, ha disertato l'incontro internazionale in Giappone ( ne combina di tutti i colori!); e che al Ministero ha chiamato una pletora di consulenti-consiglieri con funzioni di badanti per ogni cosa! - sembrava uno scolaretto impaurito davanti al suo professore severo che non gli dice apertamente quello che pensa di lui, per il timore che l'allievo commetta qualche gesto inconsulto.
Ma vedere un Ministro degli Esteri - uno dei dicasteri più importanti anche agli occhi del mondo - in posizione di chiara sudditanza ha impressionato anzi spaventato molti.
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