lunedì 18 novembre 2019

Prima gli italiani e gli emigrati e poi, semmai, Walter Veltroni. Ma anche no

La vicenda professionale di Walter Veltroni, l'americano, dopo aver abbandonata la politica attiva -  solo quella, perchè la politica che si può fare anche fuori dal Parlamento e dalla segreteria di un partito non l'ha mia abbandonata - ci ha sempre interessati. Da quando, dopo qualche decennio passato nei palazzi del potere, contando anche sul suo bel vitalizio, comunicò al mondo che sarebbe partito per l'Africa a fare ciò che, almeno a parole, gli è sempre riuscito bene: l'uomo buono, il cittadino corretto, il politico  attento alla società. 

 In Africa, come  sappiamo, non ci è mai andato, neppure nel resort di Briatore per riposarsi un pò - anche ne avesse avuto bisogno, da Briatore non sarebbe mai andato - ed è restato in Italia,  ma non per riposarsi, in casa, e godersi il suo vitalizio.

 No, è restato in Italia - altrove non avrebbe avuto altrettanto agio - dove ha cominciato a girare come una trottola in territori nei quali non lo si era mia visto negli anni della sua attività politica. 

Durante i quali, i più cattivi dicevano che lui ogni mattina - ai tempi in cui era sindaco di Roma, al drappello di suoi fedelissimi, Walter Verini in testa - non chiedeva, giunto al Campidoglio, quale fosse l'ordine dei lavori della giornata, bensì dove andare a farsi vedere, inaugurando  qualunque cosa e facendo discorsi che trasudavano bontà, correttezza, cristianesimo&marxismo, suo pane quotidiano!

Non la svolta africana, dunque ma quella italiana. E più di una svolta: da quella letteraria - e giù ogni volta  recensori leccac... a cantarne le qualità di scrittore 'buono'; a quella registica - un film dopo l'altro che se fosse stato vivo 'Federico'  - come l'ha chiamato in tv l'altra sera, riferendosi a Fellini - avrebbe sicuramente voluto fare il suo aiuto per carpirne i segreti di tanta  attività cinematografica e che festival e tv si sono assicurati; poi la volta giornalistica per il Corriere: paginate  e paginate per intervistare la moglie vedova del povero giocatore della Fiorentina; politici a conoscenza di fatti e misfatti della 'prima' ' e 'seconda' repubblica - dei quali anche lui era perfettamente a conoscenza altrimenti non li avrebbe intervistati; e perfino Pif. E, recentissima, la svolta di scrittore di gialli. Si capisce che può ormai fare qualunque cosa,  troverà ovunque 'laudatores', nessuno mai oserebbe dirgli nè mai gli direbbe: Uolter, dai, stai calmo! Abbiamo volutamente tralasciato la televisione, dove la sua apparizione con un programma in più puntate ha fatto flop, e dove certamente questo non influirà su impegni futuri. E' Veltroni.

 Insomma infinite attività per un sol uomo.  La gente normale che non si chiama Veltroni ma con le sue stesse capacità  ed anche di più,  non avrebbe potuto svolgere in egual maniera e forse anche meglio? Perchè offrire a Uolter, ma solo a lui, opportunità che a nessun altro potrebbero mai essere offerte?

Forse non c'era in Italia chi avrebbe potuto intervistare per il Corriere quella povera vedova, o Pif al posto di Uolter? Certo che c'era, ma se un giovane italiano o immigrato, con tutte le carte in regola, lo avesse proposto al direttore del quotidiano milanese, si sarebbe sentito rispondere: no grazie.

Mentre a Uolter nessuno direbbe no, perfino se un giorno decidesse di fare il funambolo in un circo, Anche la sua mole, evidente, no potrebbe costituire ostacolo.

IL VITALIZIO di UOLTER andato in pensione a 49 anni


Ad esempio Walter Veltroni, il fondatore del Partito democratico, sapete a che età è andato in pensione? A 49 anni, il 20 luglio del 2004 - non un'era geologica fa - quando era sindaco di Roma. Da quel giorno ha potuto prendere un vitalizio mensile da 9.850,58 euro, oltre allo stipendio da sindaco della capitale che a quell'epoca valeva altrettanto.
Nel 2004 l'età pensionabile per gli italiani, grazie a una nuova modifica di legge approvata proprio quell'anno era salita a 65 anni. Veltroni non ha raggiunto quell'età nemmeno oggi (ha 64 anni), ma visto che era entrato in Parlamento molti anni prima - nel 1987- si è portato dietro le regole dell'epoca e ha potuto riscuotere il vitalizio 16 anni prima di quello che la legge consentiva a tutti gli altri italiani.

Nel 2008 si è ricandidato in Parlamento, è entrato, il vitalizio gli è stato sospeso perché intanto prendeva l'indennità parlamentare e le due cose erano incompatibili. Dal 15 marzo 2013 il vitalizio è ripreso a correre. Ora Roberto Fico l'ha fatto ricalcolare per capire quanto a Veltroni spetta applicando anche a lui le regole valide per tutti gli altri italiani. Sull'età ormai è andata. La cifra giusta però è intorno ai 6.200 euro mensili, che è sempre una bella somma. E con la  nuova delibera , da novembre 2018, Veltroni si vedrà alleggerito di 3.632,66 euro al mese
                     (dal Corriere dell'Umbria, Franco Bechis)
                                        
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Facciamogli due conti in tasca. Veltroni per dieci anni - considerando la sospensione  dal momento in cui venne rieletto Parlamentare, dal 2008 al 2013, ha avuto un vitalizio mensile di circa 10.000 Euro, con il quale ha potuto sopravvivere decentemente senza ricorrere agli strozzini. A fatica, ma è sopravvissuto, nonostante che buona parte dei suoi risparmi  siano andati per l'acquisto di una  casa a New York (Manhattan) per sua figlia, che è andata a specializzarsi nei mestieri del cinema... 

Nel periodo in cui è stato sindaco di Roma oltre il Vitalizio ha avuto lo stipendio dal Campidoglio di  più o meno pari importo del vitalizio, e perciò per quattro anni ogni mese ha avuto entrate 'politico-amministrative' per 20.000 Euro circa.


 Nel secondo periodo da Parlamentare( 2008-2013) è stato obbligato alla sospensione del vitalizio, tanto da Parlamentare prendeva quasi il doppio del vitalizio,  che ha ripreso alla fine del mandatio parlamentare. e sempre di 10.000 Euro circa.

 Verso la fine dell'anno scorso, obtorto collo, ha dovuto subire la riduzione di 3.000 Euro circa del vitalizio, passando da 10.000 mensili circa a poco più di 6.000. 

Va cercata in questa riduzione del vitalizio una delle ragioni per cui  si è messo a fare il romanziere, lo scrittore di gialli, l'autore televisivo, il regista cinematografico, il giornalista: quando si è reso conto che con il solo vitalizio - appena 6.000 Euro poco più - non arrivava, come la maggior parte dei pensionati italiani, alla fine del mese, il buon Uolter.( P.A.)

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